“Un problema di peso non riguarda il peso” è l’enunciato base di “Dimagrire con la mente”*, un libro illuminante sulle reali motivazioni del sovrappeso e sulla strategia da adottare per risolvere una volta per tutte la lotta quotidiana con la bilancia: fidarsi della propria intuizione, riprendere contatto con il proprio spirito e fornirgli vero nutrimento.
Abbandonare qualsiasi tipo di dieta è il primo passo verso la libertà, afferma l’autrice, perchè per risolvere il problema del proprio peso è necessario ascoltare la propria saggezza interiore. Ecco dunque le strategie vincenti per superare i disordini alimentari:
1)Adottare un atteggiamento interiore positivo: essere magri non è una condizione per essere felici, bensì il contrario; è necessario quindi occuparsi della propria felicità e cominciare ad agire COME SE non si fosse mai avuto un problema di peso, per essere felici subito, senza condizionamenti;
2)liberarsi delle proprie paure di libertà: i problemi di peso ci sono familiari, mentre la libertà è sconosciuta; per essere liberi è necessario divenire consapevoli e superare la paura di essere veramente se stessi;
3)liberarsi dall’attenzione per il problema del peso: è importante concentrarsi su ciò che si desidera veramente, imparando a sentire l’essenza di ciò che si vuole, mascherata dietro il desiderio ossessivo di dimagrire; altrettanto utile sarà imparare a formulare i propri desideri usando il verbo “scelgo”, anziché “voglio”, per attivare il desiderio nel presente;
4)buttare via la bilancia: diradare al massimo il controllo del peso consente di concentrarsi sui veri cambiamenti interiori che si vogliono mettere in atto; accettare il proprio corpo così com’è porta a desiderare di prendersene cura, cercando di capire ciò che davvero lo fa stare bene;
5)acquisire consapevolezza del perchè si mangia: quali sono le motivazioni che spingono a mangiare? a) bisogno fisiologico; b) desiderio fisico, ossia la voglia di mangiare dovuta a fattori esterni scatenanti, quali la vista o l’odore del cibo, il rumore di persone che mangiano, ecc.; c) desiderio emotivo, ossia il desiderio che spinge a mangiare per gestire le proprie emozioni, come ad esempio stress, rabbia, noia, frustrazione, ansia, depressione, paura o senso di colpa, delle quali si può essere o no consapevoli; quando si mangia per desiderio emotivo non ci sono i sintomi della fame e della sazietà, si desidera mangiare all’infinito perchè nel cibo si sta cercando consolazione e sicurezza.
Le persone con problemi di peso mangiano circa il 75% delle volte per desiderio emotivo, il 20% per desiderio fisico e il 5% per bisogno fisiologico; quelle naturalmente magre sono invece stimolate per il 75% dal bisogno fisiologico, per il 20% da desiderio fisico e per il 5% da desiderio emotivo.
Quando si avverte la voglia di mangiare è quindi importante fare una verifica interiore, domandandosi perchè si sta per rivolgersi al cibo, e, se si comprende di essere motivati da desiderio psicologico, cercare di affrontare le proprie emozioni in altri modi, mentre se all’origine c’è il desiderio fisico, come ad esempio accade al buffet delle feste, scegliere il cibo che piace di più e mangiarne una piccola quantità, godendosela completamente e senza sensi di colpa. L’importante infatti è fare scelte consapevoli;
* McCubbrey Dorie, Dimagrire con la mente, ed. red!
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