Lo studio, portato avanti da parte di pediatri e medici di famiglia sui loro assistiti, delle abitudini alimentari di 2000 ragazzi compiuto nel corso di due anni ha rilevato degli errori nutrizionali tali da compromettere il rendimento scolastico e la capacità di star attenti e memorizzare i temi di studio.
“La prima regola rimane lo studio- afferma Giuseppe Mele, Presidente della FIMP - ma oltre alla preparazione scolastica è necessario alimentare fisico e mente con la giusta ‘miscela’ di energia senza esagerare rischiando di ‘ingolfare il motore’, ma nemmeno dimenticando elementi che potrebbero lasciare i ragazzi ‘a secco’ proprio nei momenti più importanti”.
Medici e Pediatri di famiglia hanno fornito ai loro giovani pazienti dei questionari che sono stati poi valutati da un team scientifico coordinato dalla nutrizionista Maria Letizia Petroni e composto dal pediatra nutrizionista Claudio Maffeis, dal cardiologo Sergio Cocchieri, dal gastroenterologo Davide Festi e dallo statistico Stefano Stanzani. Gli obiettivi principali di quest’analisi sono l’ottenimento di una stima qualitativa sulle abitudini alimentari degli italiani al fine di individuare i principali errori e deficit presenti nelle diete per correggerli e diffondere una cultura alimentare corretta.
Basti pensare che su 1028 bambini di età compresa tra i 7 ed i 10 anni e 1012 ragazzi di età compresa tra gli 11 ed i 14 anni solo uno su cinque consuma abitualmente, come si dovrebbe, alimenti con un elevato apporto di fibre al mattino come pane, cereali, frutta o biscotti integrali.
“Una colazione completa – spiega il presidente Mele - deve comprendere: latte o yogurt; pane, biscotti o cereali integrali a basso indice glicemico, frutta o spremuta. Tutti gli studi concordano sul fatto che la mancata effettuazione della colazione, od una colazione insufficiente, aumenta fortemente il declino di attenzione e di memoria. Inoltre, la carenza di ferro è dimostrata associarsi frequentemente a bassi rendimenti scolastici e sembra influire negativamente sulla performance mentale”.
Riguardo poi al detto popolare del pesce che faccia bene al cervello per il fosforo ha un fondo di verità: più che il fosforo, infatti, a “far bene” nel pesce sono gli acidi grassi polisaturi Omega3 la cui assunzione è necessaria per rinvigorire il cervello; i medici del team hanno evidenziato che, a confronto con il valore raccomandato di un grammo al giorno, ne vengono assunti in media solo 0,3 grammi al giorno.
Un altro alimento trascurato è lo zinco, necessario per lo sviluppo di ossa e muscoli; lo studio dimostra che, insieme allo iodio, bambini e adolescenti sono a rischio di carenza per questi due alimenti: “Questi due minerali sono importanti per un corretto sviluppo e funzionamento del cervello. Salvo casi di carenza conclamata non è necessario implementare questi due minerali con integratori, ma è più che sufficiente agire sull’alimentazione. Le principali fonti di zinco sono rappresentate da carni, uova, latte, formaggi stagionati, pesce, cereali integrali. Per quanto riguarda lo iodio, è meglio utilizzare per cucinare e per condire il sale iodato, al posto del normale sale da cucina”.
Per studiare meglio, insomma, è buona norma farsi aiutare anche dal cibo e da un’alimentazione regolare. Mens sana in corpore sano lo sapevano anche gli antichi ma noi moderni – saranno i fast food, sarà la frenesia in cui siamo risucchiati – sembriamo trascurarlo spesso e, soprattutto, volentieri. Sembra la solita cantilena: mangiar bene. Eppure, in una corretta alimentazione c’è il segreto per una vita migliore; sembra difficile rinunciare al gusto ma questi cibi ipercalorici e supergustosi sono solo specchietti per le allodole.
Conoscere cosa mangi è benessere
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