HOME 
CURA DEL CORPO - CURA DELLO SPIRITO - CURA DEL PIANETA - ALIMENTAZIONE - MODA - ESTETICA - VIAGGI - CORSI E SEMINARI - FIERE E CONGRESSI
 VIDEO 
L'ORTO BOTANICO - 100 PAROLE SU - NON SOLO RECENSIONI - GUARIGIONE COME CRESCITA - ANGOLO DELLA PSICOLOGA -DOSSIER-
per Titolo/Descrizione/Autore Contenuto Articoli
ARCHIVIO 

 
Pagina 1 di 1
I “FURBETTI DEL QUARTIERINO” ...SIAMO NOI!
Fatti e misfatti del mercato immobiliare nella vita quotidiana.


Daniela Mazzoli

Una volta credevo fosse colpa degli agenti immobiliari. Pensavo ‘sono o non sono loro a fare la valutazione dell’immobile, a calcolare il valore in eccesso dell’appartamento’? Allora li odiavo tutti, questi ragazzotti incravattati alla bell’e meglio, vestiti di seconda mano ma formali, coi capelli sempre impomatati per dare l’idea della persona per bene e di successo. E con quella faccia sempre candida al momento di dichiarare il prezzo della vendita. ‘E c’è una cantina?’. ‘Beh, no’. ‘E il posto auto?’. ‘Mah, in questa zona…’. ‘E allora un piccolo terrazzino?’. ‘No, ma un tavolino sul balcone, magari per due persone…’. ‘Ma allora?’. ‘Scherza, 370milaeuro…è un affare!’. ‘Un affare per chi?’ -pensavo io- ‘per te che incassi da me il 4% del valore da te stabilito e per chi vende questa vecchia catapecchia da ristrutturare alla cifra innaturale di 740 milioni di vecchie lire!!!

E invece mi sbagliavo. La colpa non è delle agenzie. Qualche giorno fa incontro il povero signor X, agente in una nota Immobiliare, appena diventato padre, e saltuariamente collaboratore anche con un’altra agenzia, più piccola ma più accessibile per il cliente. Niente, mi confessa che non riesce a vendere una casa. Non c’è verso. Né lui né i suoi colleghi ci riescono.

Il mercato è fermo, mi ripete mesto e con la giacca che ormai spiove dalle spalle strette. Mi verrebbe quasi voglia di dargli una mano, di comprargliela io una casa, così, per tiragli su le finanze famigliari. Mi dice che ha per le mani un’occasione stupenda, un ultimo piano di cento metri (commerciali).

A soli 540milaeuro, sempre in zona Torrevecchia, beninteso, mica Balduina o Prati. Sta già per partirmi dal braccio un fenomenale destro quando il poveretto rintraccia il mio sguardo impazzito e aggiunge ‘non è colpa nostra, sono i proprietari che si montano la testa. Noi glielo diciamo che bisogna abbassare il prezzo, che l’immobile non vale tanto. Ma quelli non vogliono essere da meno del vicino che ha venduto ad altrettanto e non sentono ragioni’.

Non mi fido e prendo appuntamento con un venditore privato, rispondo alla sollecitazione di un’amica che ha un’amica che ha una mamma che vende casa. Senza agenzia. Mi organizzo, mi preparo, vado. Dice… ‘è 120 metri (commerciali), ha due balconi non grandi però… niente posto auto ma qui a duecento metri vendono dei box appena costruiti, e poi no, nessuna cantina. Un primo piano sì, luminoso però’. Con moderate speranze vado a vedere di che si tratta. E ovviamente, essendo la mamma di un’amica di un’amica, nemmeno mi informo del costo. ‘Siamo uomini o caporali?’ chiedeva il Principe De Curtis.

La signora, simpatica semplice accogliente, mi mostra la casa, ne giustifica l’uso-magazzino che ormai ne fanno i figli (andati a vivere in appartamenti più piccoli dove non riescono nemmeno a sostenere un cambio di stagione).

Poi mi spiega i muri che si possono buttare giù. L’appartamento al primo piano, alle sette di sera di una giornata estiva, è praticamente buio (ma se fossi arrivata cinque minuti prima sarei stata accecata dalla luce). E poi mi dice che non c’è niente da rifare perché è stato tutto messo a posto (a parte i pavimenti e le mattonelle e la cucina e il bagno, ma quella è una questione di gusti).

Un po’ perplessa, ma pensandoci su, chiedo quasi sulla soglia per andare via di quanto si tratta. Insomma, quanto ci sarebbe eventualmente da versare, così, pronta ad essere irretita da una cifra lusinghiera e tentatrice. Lei con una faccia d’angelo dietro gli occhiali enormi ‘sarebbero 400milaeuro, ma ci possiamo mettere un po’ d’accordo, sa, mio figlio è ragioniere…’.

La signora, simpatica semplice accogliente, ha deciso che quella casa è troppo grande per lei e suo marito. Vorrebbe prenderne una più piccola senza nemmeno accendere un mutuo e col resto dare ai figli la somma per estinguere i loro, di mutui. Non per insistere con la citazione, ma come direbbe stavolta uno stremato Totò ‘e io pago! e io pago!’.

È vero, aveva ragione il povero signor X dell’agenzia Y. La colpa è dei padroni di casa, questi ‘furbetti del quartierino’ sotto casa. Italiani medi in perfetto stile, che –approfittando del tormentone che tanto ormai non si ragiona e tutto è diventato così caro- ci infilano, sperando che nessuno se ne accorga, anche il proprio vecchio appartamento. Spesso per comprarne uno che costa di più alzano il prezzo. Un altro ha fatto lo stesso prima di loro, perché ne vuole comprare uno ancora più caro.

E così via fino, probabilmente, a chiudere la catena con uno di quei signori che finiscono ogni tanto sui giornali: i più furbi di tutti, i maestri. Putroppo dall’altra parte di quella catena ci sono i poveracci senza lavoro fisso o eredità in arrivo, che non si vogliono rassegnare a una vita fuori dal Grande Raccordo Anulare.

I furbetti del quartierino siamo noi, che non smettiamo di farci le scarpe (ma senza tacchi e con la suola rotta), che vediamo nei nostri simili una chiave per scassinare la porta di un futuro appena migliore. La fregatura, l’inganno, l’imbroglio, la spudoratezza, il cavalcamento di un’onda anomala: sono tutti attrezzi del mestiere. Ma non è lontano il giorno in cui bisognerà scoprire –nostro malgrado- che dietro quella porta non c’è più alcun futuro da abitare. Se lo sarà portato via, firmando qualche cambiale, il figlio appena nato del povero signor X.


(01/08/2007) - SCRIVI ALL'AUTORE


Dall'unione dell'anima e del corpo nasce il benessere

  
  
 
  invia articolo per e-mail stampa l'articolo