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Quando questa specie fu portata sull’orlo dell’estinzione, la cattura venne bandita e nacquero così le fattorie, dove gli animali vengono a tutt’oggi tenuti in cattività e fatti accoppiare per poi venir chiusi e utilizzati come prodotti da consumo intensivo. Queste aziende sono quindi legalmente riconosciute, tanto da dover necessitare di un’approvazione da parte del governo locale.

Nate inizialmente come metodo alternativo per salvaguardare gli orsi allo stato brado, questi lager veri e propri sono moltiplicati a vista d’occhio. Solo in Cina, alla fine degli anni ’90, c’erano più di 400 allevamenti, contenenti più di 10.000 orsi.

Ma qualcosa si stà finalmente muovendo. Una giovane donna inglese, Jill Robinson, ha infatti fondato in Cina il primo rifugio, il Moon Bear Rescue Centre, vicino Seichuan, per la riabilitazione e la tutela degli orsi salvati dalle fattorie della bile. Attraverso la sua associazione, l’Animal Asia Foundation, Jill con il suo team di collaboratori, che va visibilmente aumentando, non lavora solo sul campo, ma lotta anche a livello amministrativo, cercando di sensibilizzare i locali e di trovare accordi con lo Stato.

Una svolta importante si è già avuta nel Luglio 2000, quando Animal Asia ha firmato un accordo con l’Associazione Cinese per la Tutela della Natura, una divisione dell’Amministrazione Forestale Statale, per liberare 500 orsi, costruire nuovi centri di salvataggio, ridurre il numero di allevamenti e promuovere le alternative erboristiche e sintetiche.

Inoltre, dall'ottobre del 2000 ben 40 fattorie sono state chiuse dal Governo e oltre 184 orsi sono stati curati e vivono ora felici nel centro di salvataggio. Purtroppo gli orsi non possono più essere liberati nella natura selvatica, molti di loro sono difatti indifesi, scioccati o mutilati. Cresciuti in cattività o catturati da piccoli, non posseggono le difese necessarie per sopravvivere. La loro riabilitazione richiede inoltre diversi mesi e purtroppo molti di loro non ce la fanno.

Questa terribile pratica ha finalmente trovato un’antagonista forte. L’Animal Asia Foundation, infatti, ha iniziato anche una grande campagna di sensibilizzazione. Nelle scuole, università e ospedali vengono continuamente allestiti sit-in e promosse conferenze dove si rende noto il fenomeno, ai più sconosciuto, e si spiega cosa fare per aiutare gli orsi e per abolire definitivamente questa attività.

Un eco a questo lavoro si è già avuto in Corea, dove in seguito alle proteste dell’opinione pubblica riguardo a tale crudeltà, l’allevamento di orsi è stato proibito e dichiarata illegale l’estrazione di bile dagli orsi vivi.

Grazie a questa associazione molto si sta facendo e molto sta cambiando. Presto verrà aperto in Cina anche un ‘santuario’ dove i visitatori possono seguire attraverso un percorso educativo, come gli orsi possano vivere la loro vita senza paura né dolore. Il fine ultimo è quello di portare ad un cambiamento radicale delle coscienze attraverso l’insegnamento e l’educazione, affinché queste pratiche crudeli non trovino più terra per mettere radici.


Chi volesse aiutare anche da lontano può fare delle donazioni in Inghilterra, dove le spese bancarie sono più basse che in Hong Kong. A mezzo Bonifico Bancario a:

Animals Asia Foundation
EURO account number: 080211 0268004394
SWIFT/BIC: CPBK GB220FS
IBAN: GB37 CPBK 080211 680043 94
Nome della Banca: The Cooperative Bank
Indirizzo: Kings Valley, Yew Street, Stockport, Cheshire SK4 2JU, England.

Per info o altre modalità di "aiuto" vai su www.animalsasia.org


(06/06/2007) - SCRIVI ALL'AUTORE


Conoscere la terra che abiti è benessere

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