Sebbene sia vero che la società ha proclamato di volersi impegnare in migliori politiche di riciclo fuori dagli USA, le considerazioni di Greenpeace risultano davvero eccessive, e da qui ad affermare che la Apple si è improvvisamente convertita alla cura dell’ambiente grazie all’associazione, ce ne passa di acqua sotto i ponti.
La società, che da sempre ha mantenuto un’assoluta segretezza nei confronti delle proprie “prossime uscite”, ha deciso di farla finita ed ha annunciato, per la fine del 2007, l’entrata in commercio di monitor LCD privi di arsenico e schermi a LED che permetteranno di eliminare anche il mercurio. Tanto per far tacere ogni voce.
In tutto questo ci lasciano perplessi due elementi: come mai la Apple, leader della comunicazione pubblicitaria, non ha mai reso noto questo suo forte impegno in campo ambientale? L’interesse del mondo e delle nuove generazioni per queste tematiche è crescente, quindi pubblicizzarlo avrebbe solo favorito la società. Dall’altra parte, però, ci si chiede come sia possibile affermare di aver eliminato così tante sostanze tossiche, e da parecchi anni, senza avere la sicurezza di ciò che si dice, ovvero: se lo dicono deve essere vero, perché controllare queste cose è piuttosto semplice. Quest’ultima riflessione ci fa pensare che la campagne di Greenpeace contro la Apple sia stata intrapresa in maniera un po’ superficiale, ma questa è solo una supposizione.
Alla fine tutto questo, comunque, oltre alle considerazioni su associazioni e società, può emergere qualche riflessione interessante: quella di mettersi una mano sulla coscienza quando si vuole cambiare monitor o cellulare solo perché si è stufi di quello vecchio. Per quanto molte compagnie si stiano impegnando a migliorare il proprio ciclo produttivo in questo senso, purtroppo è ancora lunga la strada da percorrere. Ogni nostro scarto peserà sulle future generazioni, e se continuiamo ad accumularne in questa quantità, saremo noi stessi i primi a pagare.
Dall’altra parte del mondo c’è chi già lo fa, e assolutamente non bisogna dimenticarlo.
Conoscere la terra che abiti è benessere
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