Tocca a lei, Mr. Hickman – Leo Hickman è un giornalista del The Guardian, uno dei principali quotidiani britannici. Sta per uscire in Italia il suo ultimo libro: “Una vita ridotta all’osso”, nel quale Hickman racconta l’esperimento cui si è sottoposto nell’ultimo anno: vivere in maniera il più possibile etica e rispettosa dell’ambiente. Senza lasciare la sua casa, o la sua città, senza cercare di trasformare la sua comunità, ma semplicemente adattando il suo stile di vita ai nuovi modelli di consumo critico.
Però non tutto è semplice come a parole: il giorno in cui Hickman ha ricevuto in casa sua la commissione etica che avrebbe valutato il suo operato si è reso conto della durezza del compito che lo attendeva. Burro o margarina? Che percentuale dell’ammorbidente è biodegradabile? La comunità peruviana di cui compro il cioccolato rientra nel giro del commercio equo e solidale? Il mio frigorifero sarà sufficientemente a basso impatto? E che dire del quando come e dove si va in vacanza? Nel volgere della giornata iniziale di scrutinio Hickman già vacillava, chiedendosi se era in grado di sostenere la sfida. “E’ stato come visitare una casa con un agente immobiliare, ma al contrario. Invece di sentire decantare i meriti di ogni stanza, siamo stati portati in giro per la nostra stessa casa (e in un certo senso per la nostra vita) e la maggior parte di ciò che è stato visto è stato criticato e perfino condannato.
E’ possibile vivere nel modo proposto dai consulenti? Analizzando in maniera così profonda ogni cosa che fai, compri o mangi?”
Naturalmente Hickman l’ha fatto. Ha portato all’estremo lo stile di vita critico e consapevole che sempre più persone adottano, ciascuno con la propria sensibilità. La serie interminabile di paradossi cui si è trovato davanti appare come la rivisitazione all’incontrario dei paradossi che il sistema capitalista ha nascosto per molti decenni. Lo spaesamento di Hickman è forse il rovescio del comfort ipocrita in cui questo sistema ci ha permesso di vivere.
Ma, insomma, Hickman è rimasto dentro il suo lavoro, la sua vita, la sua città, cercando di agire per il bene comune. E lavando il bagno con una fetta di limone intrisa di bicarbonato di sodio e aceto di malto biologico.
Tre vie diverse per rispondere alle stesse problematiche: quella del ritiro individuale, ma non per questo egoistico o inospitale; quella dell’azione comune scaturita dal basso col fine di migliorare la collettività; e quella dell’azione individuale che resta inserita nella società. Ancora non esiste un metodo unitario e non è detto che arrivi presto.
C’è però un doppio comune denominatore: l’attenzione verso le nuove necessità dell’ambiente e della dimensione globalizzata, e la nascita di queste iniziative da parte dei privati cittadini, meno pigri e compromessi di molti governi e organismi internazionali nel farsi carico di questo nuovo corso storico.
Conoscere la terra che abiti è benessere
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