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UNA PASQUA DIVERSA. VEGETARIANA
Con la Pasqua si vuole ricordare il trionfo della vita sulla morte. E’ una festa solare e profumata. Cade in primavera quando i fiori sbocciano e il sole splende forte. Tutti ci sentiamo più allegri e con tanta voglia di vivere…. Qui solo un suggerimento per celebrarla abbracciando tutti gli esseri viventi, agnellini in primo piano.

Serena de Santis

Tra pochissimi giorni sarà Pasqua e noi… siamo tutti più buoni! No, buoni si diventa a Natale. A Pasqua la tradizione vuole che la si passi “con chi vuoi”, siano essi buoni o cattivi. E sempre per seguire la tradizione, essa vuole che le nostre tavole siano imbandite di cibi elaborati e colorati. Allora ecco sbrigarsi per comprare tante uova colorate, la colomba pasquale, il vino, il salame corallina e… lui non può di certo mancare, l’agnellino. Così ci si ritrova tutti felici e contenti ad inforchettare un tenero e profumato animaletto di neanche due mesi. Ci dimentichiamo che è un cucciolo e vediamo solo le patate che lo adornano. E magari dopo con la pancia piena ci sediamo con i nostri bimbi a guardare un simpatico cartone, dove forse appare anche una tenera pecorella…

Ma quanti di noi veramente conoscono il significato della Pasqua cristiana? E quanti sanno che sacrificare l’agnello è una tradizione prettamente ebraica, oltremodo antica e assolutamente non necessaria? Alzi la mano infine chi sa quali sono i simboli adottati per rappresentare la Pasqua?
Beh, a questo punto spiegatemi perché vi accanite tanto per avere un piccolo ovino sulla vostra tavola…

Il termine Pasqua deriva dalla parola ebraica Pèsach, che significa passaggio. Si ricorda difatti, con la fuga degli ebrei dall’Egitto, il passaggio dallo stato di schiavitù nella terra dei Faraoni alla libertà nella Terra Promessa. Per i Cristiani, invece, questa ricorrenza simboleggia il passaggio dalla morte alla vita di Gesù risorto. A questo punto mi chiedo, se per i fedeli con la Pasqua si celebra la rinascita, perché doverlo fare con la morte di un animale?

Il concetto di Resurrezione è associato alla morte e alla rinascita, quindi in un certo senso ad un cambiamento sostanziale dell’essere umano. Sarebbe molto più logico concentrare le energie su noi stessi e cercare di migliorarci, senza ridurre le feste solo ad un banchetto pasquale, dove prevale consumismo e relativa delusione… Quanti di voi sono rimasti infatti veramente contenti della sorpresa trovata nell’uovo?

Veri simboli della Pasqua sono in realtà l’uovo, la colomba e il coniglio. L’uovo racchiude una simbologia senza pari, che si ritrova in quasi tutte le culture, a partire dagli antichi Egizi, ai Celti, ai Greci, ecc. E’ il simbolo di vita e di rinnovamento per eccellenza. Già gli antichi romani dicevano Omne vivum ex ovo, proprio per confermare ciò! La tradizione vuole che vengano colorate, per ricordare le uova che si tinsero di rosso per testimoniare che la Maddalena diceva il vero, affermando di aver trovato il Santo Sepolcro vuoto. Questo rito può venir celebrato con immensa gioia dai bambini, utilizzando colori vegetali. Il marrone lo si procura bollendo delle cipolle con il tè, il verde si fa con le foglie di ortica, il rosso con le rape rosse e il giallo con lo zenzero ed il cumino.

La colomba invece è simbolo di pace e speranza. Si celebra il momento in cui una colomba tornò da Noè con un ramoscello di ulivo, ridando gioia e speranza agli abitanti sfiniti dell’Arca. Fortunatamente è stato creato un dolce, ricoperto di zucchero e mandorle, con la forma di questo splendido uccello, per ricordarne la simbologia.

Il coniglietto o la lepre, infine, incarnano anch’essi un significato antichissimo. Simbolo di fertilità e quindi di vita che sboccia con la primavera, la lepre era un animale sacro nell’antichità. Gli antichi Britanni la associavano alla divinità della luna e della caccia: ucciderla e mangiarne la carne era tabù. Il coniglietto di cioccolato che porta le uova, rappresenta quindi il risveglio della natura che dona nuova vita.

Simboli di pace, di vita, di amore, di unione, la Pasqua è colma di significati positivi e vivi. Non è necessario diventare vegetariani, anche se sarebbe bello, ma tutti possono rinunciare a mangiare un piccolo agnello. Oltre a fare un vero atto d’amore, si eviterà di essere complici di una strage terribile. Le alternative succulente sono tante… con la primavera il raccolto ci dona tante verdure tenere e dolci. La torta Pasqualina potrebbe essere un esempio di pietanza da cucinare per questa ricorrenza. Bastano uova, bietole, ricotta, burro e pasta sfoglia, tutto posto in strati e in forno per 40 minuti! E poi largo alla fantasia, dal momento che in Italia gli ingredienti non mancano davvero…


(06/04/2007) - SCRIVI ALL'AUTORE


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