Eccoci qui con la seconda puntata. Eravamo arrivati al punto di noi felici che rincasiamo in compagnia di una carrettata di bulbi di ogni foggia e colore. Adesso arriva il difficile, perché sistemare bene tutti questi fiori in giardino richiederà attenzione e tempo. Spesso i colori delle piante ( dei loro fiori e delle loro foglie ) devono essere accostati con prudenza, e per le bulbose è ancor più vero: sarà per le loro tinte vivacissime o sarà perché la dimensione del fiore è sempre ragguardevole rispetto alla grandezza della pianta… fatto è, che se non saremo più che abili i risultati saranno veramente deludenti.
Il rischio di trasformare gli spazi preposti alla piantumazione in volgari aiuole malamente colorate è alto: e se non si è bravi, una volta che i nostri bulbi saranno fioriti i colori dei loro fiori faranno orribilmente a pugni fra loro. E se questo accade poveri voi: giuro, da far venire la nausea peggio dell’ottovolante. Una volta comprai 2 varietà di giacinti ( i nomi li ho rimossi con gioia ): cinque bulbi blu e cinque rosa. Felicissimo li piantai mescolati fra loro.
Trepidamente aspettai che febbraio finisse per goderne il soave profumo e amarne i tenui colori, già ne assaporavo la bellezza stagliata nell’aria intiepidita dal solicello marzolino tra il cinguettar del merlo e il candido primo fior dell’albicocco…invece… mamma mia, un incubo: sembrava di avere in terrazzo delle pannocchie pucciate nella vernice e accuratamente disposte nel vaso da un giardiniere daltonico. Davvero dei colori che non avevano niente di naturale: una specie di blu plasticato e un bizzarro rosso ferrari metallizzato…. accostati tra loro erano da emicrania.
Mio padre, sicuramente per pietà, disse che erano belli anche se ammise “dai colori un po’ forti”. Io li odiavo e da quel dì un po’ di antipatia per i giacinti mi è rimasta. Certo il loro profumo era soave.
Questa brutta avventura mi insegnò che mischiare i colori dei bulbi è pericoloso, si può fare, ma bisogna conoscere il risultato finale.
Tutto ciò, cari lettori, potrebbe farvi pensare che utilizzando a profusione, in un determinato spazio, una sola specie di bulbosa si abbia qualche garanzia estetica. E no. Purtroppo non è così semplice. Intanto perché molte associazioni di fiori sono incantevoli, e precludersi la possibilità di utilizzare bei accostamenti nel vostro giardino è peccato grave. Poi perché spesso il gruppetto “monospecifico” ha qualcosa di squallido: difficile da spiegare perché e impossibile codificarne le ragioni, ma senza dubbio tristemente, semplicemente squallido. Quindi, come avrete capito, l’equilibrio è delicato: facile passare da bello a brutto, da sublime a sgraziato.
Una modo per andare sul sicuro è quello di armonizzare i bulbi in un contesto a loro famigliare: niente di più bello di una bulbosa nel suo habitat naturale. Quindi mettendoli in compagnia di piante con le quali crescono allo stato selvatico si garantirà un’armonia solida e indiscussa. Questo richiederà un minimo di ricerca, ma oramai ai tempi di internet sarà un gioco da ragazzi e perderete poco del vostro prezioso tempo.
A parte i crocus nel prato e la crocosmia con la fuchsia mi vengono in mente le fritillarie nell’erba alta, oppure i ciclamini nella fresca mezz’ombra ai piedi di altre piante. Oppure sono bellissimi gli Allium nei mixed border inglesi. Insomma la contestualizzazione in un contesto naturale aiuterà moltissimo a valorizzare i nostri bulbi…
Ma quali sono le specie più belle? O quelle più facili da coltivare? Ed esistono bulbose da ombra? Se volete avere le risposte a queste domande esistenziali, non perdetevi la prossima puntata di: Bulbi; questi sconosciuti. Sarà il terzo e ultimo episodio della trilogia, quindi, mi raccomando: non mancate!
Prendersi cura delle proprie piante è benessere
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