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LA TIGRE BIANCA. LO SFRATTO DI UNA REGINA
La tigre bianca si sta trasformando in quella che i cinesi definirebbero una tigre di carta!Splendido felino sempre meno temibile, si sta estinguendo a vista d'occhio. L'uomo tutelando sempre più se stesso e favorendo la massiccia urbanizzazione sta accelerando questo
processo mostruoso di distruzione della razza.

Serena de Santis

Dire Argentina e immaginare il tango, lo scrittore Chatwin con il suo libro "In Patagonia", il portentoso calciatore Maradona (avrà sicuramente pensato qualche napoletano nostalgico) è un’ associazione che ognuno di noi fa quasi immediatamente.

Qualcuno però avrà forse pensato ad una tigre e chissà, magari anche bianca! Niente di più facile, dal momento che l'Argentina è divenuta da poco più di due mesi la terra che ha dato i natali a ben tre candidi tigrotti! I tre pargoletti sono nati però in uno zoo, quello di Buenos Aires a fine dicembre.

Betty, la mamma, è stata davvero brava. Sono nati in cattività, questi esemplari dal folto mantello bianco striato di nero e dagli occhioni azzurro intenso che rappresentano una perla preziosa per il nostro ecosistema sempre più alterato. La fecondazione e la nascita di una tigre è già di per se un evento più che straordinario. Se poi ad unirsi sono due esemplari di razza bianca, allora forse si può parlare di vero miracolo.

Il maschio di tigre allo stato naturale percorre infatti circa 70 chilometri per trovare una femmina che a lui aggradi.
Oltremodo la femmina entra in periodo estrale per soli sei giorni all'anno ed una volta partorito, la mamma tigre cresce i suoi piccoli fino ai due anni di età, evitando in modo più che aggressivo un eventuale accoppiamento.

Questa affascinante razza albina è il risultato naturale di un gene raro, detto "del mantello bianco", che si presenta ogni diecimila nascite! Sembra difatti che un Dna di tigrotto bianco si crei ogni diecimila Dna di tigre gialla.

Questo parto è un evento più che meraviglioso, ma allo stesso tempo ombrato di tristezza. La nascita di un essere vivente porta si gioia, ma si può parlare poco di tripudio, dal momento che in Natura di questi esemplari ne nascono sempre meno.

Questi mammiferi sono definiti oramai razza debole in quanto a rischio di estinzione.

Originari dello Stato nord orientale indiano, il Bengala, le tigri bianche insieme alle cugine gialle stanno scomparendo al ritmo di circa 40 l'anno. Chiamate anche "mangiatrici di uomini" sono perseguitate da cacciatori e bracconieri spietati che in nome di una difesa più che assurda ne uccidono in quantità indefinita. La tigre difatti caccia l'uomo solo se in pericolo e minacciata.

La sua possente forza è sempre stata temuta dall'uomo, ma allo stesso tempo anche venerata. In passato fu fonte di ispirazione e divenne simbolo per molte filosofie orientali.

Basti pensare alle enormi statue di tigre che i cinesi ponevano a difesa delle tombe perchè pensavano che anche i demoni le temessero, o alle loro molteplici raffigurazioni a protezione del focolare domestico. O all'antico oroscopo cinese, dove la tigre rappresentava il terzo segno zodiacale, simbolo di doppiezza, corrispondente ai gemelli nel nostro oroscopo. In Cina oltremodo la tigre bianca rappresenta a tutt’oggi il principio attivo, energetico Yin, in contrapposizione alla figura del drago, che simboleggia lo Yang, il principio passivo, umido. Nella profonda filosofia buddista inoltre è un animale sacro che incarna la fede e lo sforzo spirituale. Mentre nella religione induista il terzo Dio della Trimurti o Trinità Indù, Síva, simbolo della forza distruttrice, domina la tigre, e Sákti, simbolo dell'energia e della potenza, la cavalca.

Esempio di forza, di protezione, di fertilità, di longevità, di fede, di energia, la tigre dovrebbe essere più che rispettata. Ai giorni nostri invece la situazione di questo felino è tutt'altro che rosea. Quasi tramutata in un topolino in fuga da un gatto affamato la tigre corre un grave pericolo, quello dell'estinzione.

Se pensiamo che quarant'anni fa solo nel Bengala si contavano più di quarantamila esemplari, mentre oggi fonti nazionali parlano di circa 4000 felini, possiamo farci un'idea della drammaticità della situazione in cui versano questi animali.


  
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