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Durante la mia permanenza dormii nella stanza di Mansoure, su di un materassino di gommapiuma dallo spessore infimo e dalla scomodità estrema. Era come dormire direttamente sul pavimento. Spenta la luce, era interessante e stimolante ascoltare le voci, i suoni e i rumori provenienti dalla strada. La vita brulicava fino a notte fonda. Poi, quando finalmente scendeva il silenzio anche sulle vie di Guediawaye, un rombo continuo, fino ad allora inascoltato, accompagnava il trascorrere delle ore. Erano le onde dell’oceano. Sebbene fossi a un buon chilometro di distanza, la sua voce si faceva sentire con una insistente prepotenza, che tuttavia riusciva ad esaltare la bellezza e l’intensità di quei momenti, di quelle esperienze, di quei pensieri. Oltre a lui non si sentiva nessun altro. Erano le grandi onde di Guediawaye.

Guediawaye: la grande onda. Ancora oggi è uno di quei suoni, una di quelle voci che con più piacere mi piace ascoltare tra i ricordi del mio cuore. Forse è proprio la notte il momento più magico in Africa. Se doveste mai andare a Dakar, recatevi a Guediawaye a notte fonda ed ascoltate ciò che ha da dirvi l’oceano. Ne vale la pena.

Di giorno la spiaggia pullulava di ragazzi intenti a fare sport, ad allenarsi, a correre come veri e propri professionisti, sotto un caldo sole, accompagnati dalla energia del vento che soffia sempre, rinforzati dalle onde. Uno dei posti più belli e vivi che abbia mai visto. Reale.

Quando tornai a Vigevano, mostrai le foto della famiglia, del loro quartiere, delle loro vie, del loro mare con le sue onde,dei loro amici a Mansoure e a Sidy (suo amico e compagno di ventura, anche lui proveniente da Guediawaye). Sembravano come impazziti. Erano ultra felici, non stavano più nella pelle: ridevano, chiamavano per nome amici e parenti, mi chiesero se stessero tutti bene. “Mansoure, ma perché siete venuti in Italia?” chiesi. Diventarono seri. Sidy rimase in silenzio. A Mansoure scappò qualche lacrima e rispose con voce triste e di pentimento: “Eh, vai ad ascoltare gli amici”.


(09/02/2007) - SCRIVI ALL'AUTORE


Viaggiare con i 5 sensi è benessere

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