La strategia migliore per conservare la biodiversità, quindi, è quella di proteggere le risorse in situ, attraverso misure conservative, sviluppo sostenibile e sicuramente la stabilizzazione del consumo e della crescita della popolazione.
I governi di tutto il mondo si sono impegnati già dal 2002 a ridurre significativamente la perdita della biodiversità entro il 2010, impegno riaffermato nel World Summit delle Nazioni Unite del settembre 2005. Ed ecco una buona notizia: la politica ambientale del governo Lula, stimolata da accordi internazionali, ha fatto sì che nel 2006 l'opera di disboscamento della foresta amazzonica sia scesa del 11%, grazie anche al calo del prezzo della soia.
Si calcola che la Terra abbia una “capacità portante” di esseri umani pari ad una popolazione di 13-15 miliardi. Al tasso di crescita attuale non ci vorrà molto per raggiungere tale cifra. Che accadrà dopo?
Fino ad oggi, dopo ogni grande estinzione la natura si è ripresa ed ha ricominciato il suo favoloso ciclo.
Ogni volta, però, la ripresa è stata condizionata dalla scomparsa della causa dell’estinzione, che nel caso della Sesta Estinzione è proprio l’uomo. In visione di questo ed altri disastri, forse è giunto il momento di rimboccarsi le maniche e salvare la Terra e noi stessi.
Conoscere la terra che abiti è benessere
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