Nel Mezzogiorno e nelle Isole si possono assaporare ben 57 prodotti a denominazione di origine protetta (Dop/Igp), magari accompagnati da un buon bicchiere di vino (sono 101 vini a denominazione Doc/Docg) e, frugando qua e la, lasciarsi tentare dai 1.221 prodotti tradizionali censiti dalle regioni acquistabili nelle circa 8.400 imprese agricole che vendono direttamente propri prodotti.
I dati sono della Coldiretti che, in occasione della presentazione del rapporto Svimez sul turismo, sottolinea come il Mezzogiorno può sviluppare ed incrementare ancora la sua offerta di turismo grazie all’enogastronomia locale offerta anche nelle città del vino (134 comuni), dell’olio (98), del biologico (19) e del pane (12) o lungo le 47 strade del vino e dei sapori che percorrono praticamente tutto il Sud.
Si tratta, dunque, di un’importante carta da giocare per richiamare italiani e soprattutto stranieri in questa splendida zona dell’Italia, specie considerando che – come recita l’Osservatorio Internazionale del Turismo Enogastronomico – per oltre due terzi (68%) dei vacanzieri lo “shopping del gusto” è tra i fattori di scelta di una destinazione.
Dalla mappa dell’enogastronomia meridionale tracciata dalla Coldiretti si evidenzia anche che nel Mezzogiorno si trova più della metà delle imprese agricole che producono biologico, con la Campania leader nell’offrire ai turisti la più ampia possibilità di scelta tra i prodotti tradizionali e risulta essere la prima regione per il numero di città dell’olio, del pane e di comuni associati all’agricoltura biologica, mentre alla Puglia spetta il primato dei vini Docg/Doc e quello dei percorsi “privilegiati” della qualità quali sono le strade del vino e dei sapori.
La Sicilia, invece, si aggiudica la leadership per il numero di prodotti riconosciuti dall’Unione europea come Dop e Igp, nel numero delle aziende che offrono ai viaggiatori l’opportunità di acquistare direttamente dagli agricoltori prodotti genuini come vino, olio, ortofrutta e formaggi, nel numero delle città del vino e anche nelle imprese che si dedicano al biologico.
Nel Mezzogiorno, con circa un terzo (28 per cento) dei prodotti tradizionali, Dop e Igp e vini Doc e Docg si colloca una componente importante del patrimonio enogastronomico nazionale che può contare complessivamente per i soli prodotti Dop e Igp su un valore al consumo di 9 miliardi di euro al quale si aggiunge un analogo fatturato di 9 miliardi realizzato dal vino Made in Italy, mentre per le vendite realizzate direttamente dalle imprese agricole si stima un valore di 2,4 miliardi di euro.
Si tratta di una analisi che evidenzia come il territorio del Mezzogiorno sia in grado di esprimere primati gastronomici, alimentari ed ambientali che rappresentano una chance formidabile per generare nuovo sviluppo se viene dato valore al rapporto con il territorio, in un sistema integrato che coinvolge tutti i protagonisti, dall'agricoltura all'industria, dalla finanza al commercio fino al turismo, in stretta connessione con le risorse storiche, archeologiche, culturali ed ambientali.
Ma puntare sull’enogastronomia locale significa anche, sottolinea Coldiretti, diversificare ed estendere l’offerta turistica oltre le tradizionali mete delle città d’arte e delle spiagge, a favore dei piccoli comuni dove riscoprire e salvare dall’estinzione specialità alimentari ottenute con metodi tradizionali che si tramandano da decine di anni nelle aziende agricole e di cui il Sud è ricchissimo.
Conoscere cosa mangi è benessere
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