Tutte le persone che detestano il grigiore dell’autunno e a cui viene una depressione fulminea a vedere il proprio terrazzo spoglio e mesto nel mese di novembre, dovrebbero fare la conoscenza di una pianta dallo strano nome: la Pyracantha. Quest’arbusto dopo l’estate si riempie infatti di vivaci bacche che a lungo permangono sulla pianta.
Personalmente i fiori, come elemento decorativo, mi piacciono molto più delle bacche, ma bisogna ammettere che quelle della pyracantha hanno una dignità estetica veramente elevata. Intanto per la loro eccezionale quantità sulla singola pianta, e poi per i colori davvero vividi che le caratterizzano. Vanno dal giallo oro al rosso fuoco, dando un effetto fantastico: come d’ esplosione violenta o di fiamma che si alza verso il cielo. Non per niente nel suo nome c’è la radice pyr-, dalla parola fuoco in greco. Del perché ci sia anche la parte –acantha (spina) avremo modo di parlare tra breve.
Pyracantha è un genere veramente duttile: ci sono specie adatte a essere coltivate come rampicanti, altre come siepi e altre ancora come alberello isolato. Che volere di più? In più è sempreverde, rustica e robusta. E’ facilmente reperibile in ogni vivaio e costa poco.
A parte quindi il fatto che i fiori siano assolutamente insignificanti è una pianta bella e consigliabile.
Un'altra caratteristica però la contraddistingue: è spinosa in modo infernale!
Se volete quindi usarla per formare siepi anti-intruso è perfetta: ha delle spine appuntite come aghi, dure come l’acciaio e lunghe come coltellini svizzeri. Garantito, di lì non si passa neanche se vi comprate un carro blindato o un lanciafiamme, o vi procurate un elicottero oppure rinunciate…
Queste non sono esagerazioni, parlo per esperienza diretta: un bel giorno di marzo dal cielo blu e con i merli che felici cinguettavano, io e un mio fido collaboratore ci accingemmo a riordinare a suon di sforbiciate un cespuglio di Pyracantha di grandezza e contorsione assolutamente fuori dal comune. O cuori ingenui… non sapevamo a quale supplizio biblico stavamo andando incontro! Con una spensieratezza, che si rivelò in fretta fuori luogo, iniziammo a sfoltire la demoniaca pianta. Dopo tre minuti eravamo già grondanti di sudore e dopo mezz’ora eravamo festosamente ornati da profonde ferite sanguinanti, tipo coltellate, in tutto il corpo, specialmente sulla testa. Parola mia non era una pianta, era il diavolo reincarnato! A ogni nostra sforbiciata la carogna si vendicava con violentissime scudisciate mulinate in ogni direzione con i suoi lunghi e flessibili rami spinosi. Niente da fare, non c’era modo di difendersi, rispondeva colpo su colpo: appena il ramo veniva tranciato saltava su come un serpente impazzito, con una pericolosa predilezione a mirare i nostri occhi. Dopo tre ore di lotta il lavoro fu compiuto, noi eravamo ridotti come se fossimo stati attaccati da un’orda di gatti idrofobi ma almeno ce l’avevamo fatta!
Quindi la morale della favola è questa: se avete timore che vi entrino i ladri in giardino una siepe di Pyracantha servirà alla bisogna molto più di quanto possa fare una coppia di furiosi rottweiler.
Prendersi cura delle proprie piante è benessere
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