Parthenocissus tricuspidata! Oppure: parthenocissus quinquefolia. No, non è un test da logopedista e nemmeno un insulto in celtico. Sono due nomi sgradevoli di piante belle e comunissime.
La verità è che quando si parla di nomenclatura botanica le cose sono spesso parecchio complicate, ma siccome siamo persone forti cercheremo di sbrogliare anche questa matassa senza aver voglia di un aspirina o di commettere atti violenti contro terzi. In ogni caso mai come oggi la gallery di foto ci sarà utile per essere certi che stiamo parlando delle stesse piante.
Dunque, il genere parthenocissus comprende parecchie specie di cui 2 famosissime, senza dubbio i due rampicanti più usati in Italia: appunto il P. tricuspidata e il P. quinquefolia. Allora, il primo io l’ho sentito chiamare Edera, Ampelopsis, Vite Americana e Vite del Canada (il bello è che è giapponese). Il secondo Vite Vergine e anche lui Vite Americana e Vite del Canada. Insomma in tutti i modi tranne che con il loro nome vero. Ah sì? E chi se ne frega! Penserete voi. Invece è un problema spinoso soprattutto se queste piante si vogliono comprare. Perché per esempio l’edera e l’ampelopsis sono piante diversissime dal nostro Parthenocissus; e se a un vivaista dite “voglio un’edera” il tapino vi mostrerà orgoglioso la vasta scelta di edere che il suo vivaio offre dal 1802, ma mai vi mostrerà il Parthenocissus. Dunque fate attenzione. Particolarmente scocciante è però il fatto che il nome Parthenocissus non è per niente usato e se avrete l’ardire di chiedere un Parthenocissus sarete squadrati dal commesso di turno con sguardo tra lo stupito e l’infastidito. Avrà la vaga idea che stiate cercando sadicamente di farlo passare per imbecille e vi risponderà ineffabile “il Portononscisso l’abbiamo esaurito”. Che fare? Arrendersi? Jamais!
La procedura da seguire è umiliante ma efficace; se volete il P. tricuspidata: “scusi, avete l’ampelopsis, quella con i dischetti adesivi? il Parthenocissus insomma…” se il commesso esita, voi non mollate: “ quell’edera che perde le foglie, che d’autunno diventano rosse…” se esita ancora dileguatevi. Procedura invece per il P. quinquefolia: “ mi perdoni, avete la Vite Vergine, quella che si arrampica sui fili, ha capito? La Vite Americana… quella con le bacche in settembre” se l’infame risponde “Intende il Parthenocissus quinquefolia?” siete ufficialmente autorizzati a colpire l’insopportabile saputello con un calcio secco e preciso sullo stinco.
Ora che sapete come fare a comprarlo la parte più difficile è fatta. Il P. infatti è assai facile da coltivare: dalla vita vuole sole, acqua e poco altro. E’ molto invadente e una potatura di contenimento all’anno, nella maggior parte delle situazioni, è necessaria.
Il P. tricuspidata è forse la pianta più adatta del creato a ricoprire i muri: è velocissima e non ha bisogno di nessun tipo di supporto. L’unica controindicazione è che è avidissima di luce e se il muro al quale si deve abbarbicare non è in pieno sole, la pianta emetterà pochissime foglie, e concentrerà tutte le sue energie per allungarsi il più velocemente possibile in tutte le direzioni, fino a quando non avrà trovato un luogo meglio esposto dove emettere le foglie per fare una più efficace fotosintesi clorofilliana.
Il P. quinquefolia è invece adattissimo a formare fitti pergolati in tempi brevi. Se non fosse così diffuso sarebbe una piante bellissima, anche se non ha fiori, il fatto però che ha davvero stancato. Misericordiosamente pare, in effetti, che stia passando un po’ di moda: sarà la sua salvezza! Un altro difetto: le bacche che maturano in autunno sono il cibo preferito dei piccioni, i quali possono trasformare, in tempi incredibilmente brevi, il vostro amato terrazzo in una latrina pestilenziale.
Prendersi cura delle proprie piante è benessere
|