Le fazendas vengono vendute alle banche ed alle industrie per la costruzione di centrali idroelettriche, mentre le multinazionali della soia cercano di accaparrarsi il diritto di regimentare il corso dei fiumi, in modo da disporre di un corridoio unico di trasporto fra le piantagioni ed il mare.
La perdita di un paradiso quale è il Pantanal, non è soltanto tragica in termini di perdita di biodiversità, ma ha effetti molto più vasti: il bacino del Rio Paraguay e dei suoi affluenti porta acqua potabile alle comunità locali, trasporta sedimenti fertili, fornisce pesce, mantiene il terreno morbido e, a livello globale, dà un forte contributo alla stabilità del clima. Già oggi alcuni degli affluenti del Rio Paraguay si sono seccati: il terreno è andato soggetto ad erosione e molti dei pantainero rimasti hanno perso le loro fazendas.
Per prevenire il disastro, alcune associazioni tra cui l’americana CI - Conservation International, hanno dato il via ad una serie di campagne informative e di ricerca. CI in particolare sta cercando di convincere il governo brasiliano ad aumentare le misure restrittive nei confronti del disboscamento e della lottizzazione dell’area. Solo l’1% del Pantanal, la Riserva di Carà Carà, è oggi area protetta.
La legge attuale prevede che ogni proprietario terriero si adoperi per mantenere inalterate tutte le rive dei fiumi che scorrono nella propria terra, più un 20% circa della proprietà. Se questa legge fosse rispettata, si avrebbe una convivenza perfetta. Tuttavia, le frequenti alluvioni rendono difficile delimitare le terre, per cui gli allevatori si prendono la libertà di cambiare le carte in tavola quando vogliono e deforestano per fare largo al bestiame.
Un tempo ciò non accadeva. Un solo pantainero, infatti, possedeva molti ettari ed aveva una sola grande mandria. Lo smembramento dovuto alla fuga verso le città ha ridotto lo spazio disponibile per tutti, moltiplicando il numero di mandrie a parità di numero di animali. Ogni allevatore vuole avere il suo spazio di pascolamento e per ottenerlo é pronto a ricorrere anche a mezzi poco ortodossi.
Per salvaguardare l’ambiente, CI si è impegnata a premiare con fondi monetari i proprietari terrieri che terranno fede alla legge. In più, prevede corsi di educazione ambientale per i pantainero che ne faranno richiesta, e la possibilità di dedicarsi all’ecoturismo con tempi di licenza più brevi di quelli attuali.
Come spesso accade, quindi, una delle chiavi per salvare l’ambiente è il turismo consapevole.
Le più grandi bellezze naturali si trovano in luoghi in cui il tasso di povertà è talmente elevato da non dare altra scelta agli abitanti che distruggere le foreste per venderne il legno e liberare il terreno per l’agricoltura, oppure darsi al commercio illegale delle specie.
Renderli consapevoli del fatto che la loro maggiore risorsa economica consiste proprio nel mantenere queste bellezze, è una chiave sicura per la conservazione dell’ambiente.
Fonti:
Airone, ottobre 2005
Conservation International www.conservation.org
Conoscere la terra che abiti è benessere
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