Morbide, rigide, semirigide, giornaliere, settimanali, quindicinali, mensili, persino colorate e disegnate…le lenti a contatto sono le vere protagoniste di questa epoca, in campo oftalmico. Al punto che in alcuni testi già si legge “Lac”, acronimo tanto nuovo quanto sintomatico di uno stile di vita frenetico, dove di tempo non ce ne resta neanche per pronunciare le parole tutte intere.
E così le lenti a contatto diventano la realizzazione pratica più immediata del desiderio di sentirsi apprezzati, a cominciare dallo sguardo. Capriccio estetico, e non solo femminile. Se gli occhi potessero parlare, probabilmente ne discuterebbero come si fa per i vestiti, o chissà, magari urlerebbero di non poterne più. Perché in fondo le lenti a contatto questo sono: piccole protesi quotidiane, che ci accompagnano durante tutto l’arco attivo della giornata. Segreto che noi conosciamo, che gli altri non sanno. Un’ illusione ottica.
I vecchi occhiali restano nel cassetto impolverato, e i nostri occhi tornano in primo piano, pronti a penetrare il mondo, svestiti di plastica e vetro. Riuscire a vedere lontano, riconoscere e salutare le persone dall’altra sponda del marciapiede, leggere le insegne, i prezzi…e poter mostrare una delle parti più espressive del nostro corpo, senza schermi. Donare agli altri la limpidezza dei nostri sguardi, senza assumere quell’aria impacciata e incerta che la carenza di vista purtroppo ci conferisce in alcune situazioni. Insomma, il sogno di tutti i miopi! D’altra parte, che gusto ci sarebbe ad essere guardati, sbirciati, “ammiccati”, senza neanche potersene accorgere, senza poter godere di quella rete intrecciata di occhiate che solleticano fantasie di incontri, soprattutto tra estranei, per strada, in luoghi pubblici, affollati o meno, in costume o col cappotto.
Sì, ma quanto costa vedersi belli!
Sentirsi liberi di guardarsi allo specchio per intero, a volto scoperto, non è l’unica implicazione del portare lenti a contatto. Chiunque abbia provato sa, che il portatore “sano” di lenti a contatto si accorge di esserlo a cominciare dal portafoglio. Basti pensare che una confezione da sei lenti bisettimanali è ora sul mercato a circa venti euro. Per non parlare delle giornaliere usa e getta, più sicure per evitare contaminazioni batteriche alle mucose o alla cornea, ma un vero spreco di materiale e liquidi. Già, i liquidi: un discorso a parte. Perché portare lenti non significa solo mettersele al mattino e toglierle prima di andare a letto, ma contribuire alla loro manutenzione. E per farlo c’è bisogno almeno di una buona soluzione salina, in grado di eliminare i residui proteici che tendono ad accumularsi sulla superficie della lente una volta usata. E poi colliri per alleviare gli arrossamenti, umettanti per sopperire alla scarsa lacrimazione, e così via. Se la prima volta si esce dall’ottico con le lentine agli occhi, dopo un mese c’è già una busta piena di boccette e boccettine che ci aspetta, e non costano meno di sette euro l’una.
Ma a parte le spese economiche, i veri costi sono altri.
Gli occhi sono una delle parti più indispensabili e delicate del nostro organismo, e anche senza parole, sanno dirci che soffrono. Si arrossano, si irritano, mancano di una normale lacrimazione. Infatti, nonostante la tecnologia abbia portato alla realizzazione di prodotti davvero prima inimmaginabili (si pensi alla morbidezza delle usa e getta, ma anche delle quindicinali), si tratta pur sempre di un corpo estraneo che sottrae ossigeno alla cornea rispetto ad una situazione normale.
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