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Ed ecco l’ultimo tipo di mimetismo, il più affascinante, quello mertensiano. In questo caso vengono coinvolte tre specie diverse, di cui una mortale (il modello), una repellente (modello e mimo assieme) ed una appetibile (il mimo). È noto a tutti l’esempio dei Serpenti corallo (Elapidi del genere Micrurus) del Nuovo Mondo, dal veleno mortale. Altri Elapidi repellenti e l’innocuo Serpente del latte (Lampropeltis triangulum) imitano la colorazione del Serpente corallo: hanno tutti base rossa, ma mentre la specie mortale ha bande nere circondate da due bande bianche, il Serpente del latte ha una banda bianca compresa fra due bande nere. Un piccolo particolare che determina la differenza fra un morso mortale ed uno doloroso.
Essere mortali, comunque, non è un vero vantaggio, perché il predatore, invece di imparare, muore.

Il mimetismo aposematico, quello con colori sgargianti e che serve solo a fini difensivi, non è l’unico tipo di mimetismo. Il mimetismo pseudosaposematico, al contrario, non si basa sul mostrarsi: l’animale, o solo parti di esso, si camuffa da qualcos’altro come trappola predatoria oppure nuovamente a fini difensivi, ma in maniera diversa dal modo in cui può apparire difeso un cetriolo di mare che fa il nudibranco.
Spiegato meglio in termini di esempi, questo mimetismo è molto affascinante perché l’animale mantiene la sua identità e sfrutta la possibilità di apparire “altro” solo quando lo desidera.

La Farfalla civetta (Caligo Memnon), ad esempio, ha dei falsi occhi disegnati sulle ali: se un predatore plana nella sua direzione per mangiarla, allarga prontamente le ali e mostra occhi da Civetta. Solitamente i predatori delle farfalle sono uccelli che temono i rapaci, per cui vedersi all’improvviso davanti degli occhi “pericolosi” determina una fuga immediata.

Quindi solo una parte del corpo della Caligo imita qualcos’altro, e lo fa per difendersi. Diverso è il caso del Pesce lanterna (Cryptosaras sp.) che, come si vede in Finding Nemo, grazie a degli organi luminescenti portati al vertice di espansioni del capo, attrae i pesciolini che non sanno a cosa vanno incontro…

Ma la natura non finisce di stupirci, e per confondere i nostri sensi inventa animali che sembrano parte della natura inanimata. Secondo questa tecnica, detta criptismo, il corpo dell’animale è talmente simile all’ambiente circostante da farlo confondere con esso in un processo detto somatolisi (dal greco, fusione del corpo).
Campioni in questo genere di imitazioni sono i Fasmidi, un ordine di Insetti per lo più tropicali, che annoverano tra le loro fila i famosissimi Insetti stecco, dal corpo simile ad un ramoscello, e gli Insetti foglia.

Ma anche le Mantidi non sono da meno: la Mantide orchidea (Hymenopus coronatus) si nasconde nel calice un’orchidea in attesa di una preda, del tutto indistinguibile dal fiore. E lo stesso vale per la Mantide foglia (Deroplatys desiccata) della Malesia, identica ad una foglia secca.
Sono molti gli animali che imitano le foglie: sulla lettiera transitano infatti molti insetti che rappresentano un lauto pasto per questi abilissimi trasformisti, ed inoltre le foglie, soprattutto se secche, sono facili da imitare.

Ecco quindi le Rane foglia del Sud Est Asia (fam. Pelobatidae), il Succiacapre (un uccello della fam. Caprimulgidae) o la Falena foglia (Actias luna), che passa ad un livello di difficoltà più elevato imitando alla perfezione una foglia fresca.

Altri animali preferiscono imitare le spine, in modo da non essere mangiati inavvertitamente nemmeno dagli erbivori, come accade per le Spine di Madras (Pithecellobium dulce – fam. Membracidae). Alcuni coleotteri sono identici a feci di uccello, con tanto di macchia bianca per le secrezioni urinarie…
I Camaleonti, diversamente da quanto si pensi, non hanno la possibilità di cambiare colore a seconda del substrato su cui camminano: sono di base molto abili nel confondersi con l’ambiente, ma la loro colorazione varia in base allo stato psicologico (a seconda del modo in cui vengono costretti i cromatofori): sarà dai Camaleonti che vengono il “giallo di gelosia” ed il “verde di invidia”?

Esempi di criptismo e mimetismo sono praticamente infiniti: Cavallucci marini che spariscono confondendosi con i rami delle Gorgonie, Coccodrilli che si travestono da fondali marini con tanto di alghe e spugne, uno storno che si immerge nella sabbia del deserto del Botswana ed è riconoscibile solo per il becco e gli occhi neri…
Abilissimi trasformisti, ingannatori, quasi circensi nel loro ventaglio di forme. Sarà forse il caso di proporre una legge contro la contraffazione di specie?


(27/01/2006) - SCRIVI ALL'AUTORE


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