“Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d'orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.”
Eugenio Montale
“Poi mi piace scoprire lontano il mare se il cielo è all’ imbrunire
Seguire la luce di alcune lampare e raggiunta la spiaggia mi piace dormire…”
Rino Gaetano
“…i giganteschi olivi del Gargano s’inframmezzavano alla pineta e, più verso il mare, alla macchia odorosa…”
Andrea Pazienza
L’Elicrisio è una pianta nota quasi solo agli appassionati, il suo nome l’avrà sentito pronunciare una persona su cento e un solo cristiano su mille saprebbe riconoscerlo se lo vedesse. Il suo profumo invece è notissimo: è quello inebriante della macchia mediterranea. Ebbene sì, questa modesta piantina ha l’onore di essere uno dei principali ingredienti dell’aroma che potente sale al cielo dalla torrida macchia, insieme allo stordente frinire di cicale.
Che bello il paesaggio mediterraneo! Sempre screziato dal dorato delle piante riarse e dal blu cobalto del mare e del cielo. E che belli quegli odorosi scorci tanto comuni al Sud, in Sardegna e in Sicilia: quella terra di nessuno che si distende alle spalle delle spiagge. Terra di cardi spinosi, di lucertole oziose, di qualche capretta gentile e di poeti sensibili. Come è splendido camminare nel sole, sui sentieri di terra rossa dura, con quel caldo bestiale, con il mare che sfavilla in lontananza, felici della natura così viva e violenta.
Con quell’ aroma del fiore di elicrisio così forte, che galleggia nell’aria, come imprigionato dal caldo, come non avesse la forza di dissolversi per la troppa arsura. Ecco se pensiamo a questa bellezza, avendo cognizione che la macchia mediterranea sta speditamente svanendo a forza di stabilimenti balneari, superstrade inutili e complessi residenziali progettati da architetti megalomani e probabilmente pure ignoranti, monta in noi un cupo sentimento di amarezza e di collera. Ma chi dovrebbe controllare queste cose, cosa fa: dorme?
Vabbè… meglio tornare al nostro olezzante elicrisio. Questi è una piantina erbacea, con portamento ricadente, alta 20 centimetri circa. E’ davvero facile da coltivare e ne vale veramente la pena. Infatti oltre al magnifico profumo, che vi permetterà di serbare in città un pezzetto di mediterraneo, ha la grande qualità di produrre fiori che una volta recisi durano, sempre profumati, un tempo illimitato.
Il nome Helicrhysum fu coniato alla fine del ‘600 dal botanico francese Vaillant , con tutta probabilità troviamo in questo nome la radice “Helios” ( sole in greco ) per il colore biondo oro del suo fiore o forse per l’habitat infuocato in cui gli piace svilupparsi. Il genere Helicrhysum è vastissimo: comprende più di 500 specie diffuse un po’ dappertutto: Oceania, Asia, Europa e Africa. In Italia abbiamo 4 specie autoctone: l’ H. stoechas ( che è quello odorosissimo della macchia mediterranea di cui si parlava prima ) l’H. italicum, l’H. saxatile e l’H. rupestre.
Mettere questa pianta sul vostro terrazzo è davvero una scelta da intenditore, una raffinatezza, una cosa di cui andare fieri e di cui vantarsi senza ritegno… con un gin and tonic in mano, discettare con gli amici di evocanti profumi di mare, di Montale e delle bellezze naturali del nostro paese… sempre più insolentito e deturpato dai suoi abitanti, purtroppo…
Prendersi cura delle proprie piante è benessere
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