Nel famoso dicembre del 1831, uno studioso inglese , armato di entusiasmo ed una grande conoscenza scientifica , partì, a bordo della nave Beagle, alla volta del Sud America.
Quest’uomo divenne il padre della teoria evoluzionistica moderna, ed il suo nome era Charles Darwin.
Prima di partire, Darwin aveva letto il saggio di Robert Malthus Saggio sul principio della popolazione (An Essay on the Principle of Population) del 1798, in cui lo studioso traeva conclusioni catastrofiche in seguito all’analisi del tasso di crescita della popolazione umana.
Charles rifletté sul fatto che, se un aumento a dismisura della popolazione umana avrebbe determinato una catastrofe, lo stesso principio poteva essere applicato alle popolazioni animali: fra i discendenti di un nucleo familiare (vuoi di cani, di api o di tartarughe), era quindi impossibile che sopravvivessero tutti quanti. Ma con quale criterio “la natura” decideva chi far sopravvivere e chi no?
Nel 1895 fu pubblicato, ancora incompleto, il libro che ha diffuso la teoria evoluzionistica in tutto il globo: l’Origine delle specie (On the origin of species).
Nel libro, Darwin spiegava le basi della teoria evolutiva: posto che nessuno dei figli nati da una stessa madre è identico (ovvero: ognuno ha dei caratteri genetici differenti), non tutti sarebbero sopravvissuti, ma solo quelli più “adatti” al contesto in cui erano nati. Il fatto interessante di questa teoria è che questi figli, un giorno, sarebbero diventati a loro volta genitori, e avrebbero trasmesso ai loro figli anche quei caratteri che gli avevano permesso di sopravvivere. In questo modo, ogni generazione risulta più adattata all’ambiente rispetto alla precedente. È l’evoluzione.
Fu lo studioso inglese Herbert Spencer a definire il concetto di selezione naturale come la “sopravvivenza del più adatto”. Egli parla di fitness (idoneità biologica), come la capacità di ognuno di sopravvivere in un determinato ambiente e non in un altro. Un Bue muschiato vive bene sotto il gelo della tundra neartica, ma morirebbe di caldo nel deserto del Sahara.
La fitness di un individuo non dipende dal numero di semi o uova prodotte, ma dal numero di discendenti che raggiungono la maturità sessuale. Maggiore è questo numero, maggiore sarà la “presenza dei caratteri dei genitori” nella futura popolazione.
È la pressione dell’ambiente, quindi, che determina la direzione dell’evoluzione: gli individui che mostrano caratteri che meglio si adattano all’ambiente in questione sopravvivono, trasmettendo alla discendenza questi cambiamenti. I nuovi individui, a loro volta, possono casualmente mostrare altri caratteri adattativi, e proseguire così verso una sempre maggiore specializzazione.
Ma cosa vuol dire “casualmente” in un contesto in cui tutto sembra così deciso da regole ben definite? L’allungamento del collo della Giraffa è un classico esempio di selezione naturale. Le Giraffe, animali che vivono nelle savane dove il numero di erbivori è molto elevato, hanno evitato la competizione con gli altri animali mangiando le foglie degli alberi, che nessun altro poteva raggiungere. Le Giraffe non sono nate direttamente con il collo lungo, ma hanno subito un processo di allungamento molto lento.
Come? Gli individui che, per caso, ovvero per una variazione del DNA, nascevano con il collo leggermente più lungo dei propri fratelli, riuscivano a mangiare più degli altri, che invece potevano brucare solo le foglie più basse degli alberi. Quando queste finivano, solo le Giraffe più “alte” avevano ancora cibo a disposizione. Arrivavano quindi all’età per riprodursi solo le Giraffe con il collo più lungo, che quindi trasmettevano ai discendenti questa caratteristica, ma solo perché era scritta nel DNA.
Uno studioso dei tempi di Darwin, tale Jean-Baptiste Lamarck, affermava un principio completamente sbagliato, chiamato eredità dei caratteri acquisiti. Secondo Lamarck, una Giraffa che, nata con il collo della stessa lunghezza dei genitori, riusciva per stretching ad allungare il collo nel corso della sua vita, trasmetteva questo carattere ai figli. È un po’ come se nostro padre facesse body building e quindi noi nascessimo pieni di muscoli.
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