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STOP ALL’IMPORTAZIONE DI PAPPAGALLI IN EUROPA. SOLO PER UN MESE?
“Fermate il commercio dei Pappagalli selvatici!”. È questo il disperato appello del World Parrot Trust (Fondo Mondiale per la Salvaguardia dei Pappagalli), associazione londinese con sedi in tutto il mondo.

Rachele Malavasi

L’appello nasce in seguito alla proposta dell’Unione europea di bloccare per un mese l’importazione di Pappagalli selvatici dal resto del mondo. Il numero di Psittacidi, infatti, sta diminuendo drasticamente, non solo a causa della costante perdita di habitat (la maggior parte di questi splendidi uccelli vive nelle foreste tropicali, da sempre soggette a disboscamento), ma soprattutto a causa del prelievo insostenibile di esemplari selvatici.

Gli europei, infatti, non contenti di tenere in gabbie anguste (se paragonate con un cielo sconfinato) canarini, diamantini e bengalini, hanno sentito il bisogno di qualcosa di più vistoso, più grande, qualcosa da considerare una scelta di classe: un bel pappagallo.
E allora via all’acquisto di Cenerini africani, grandiosi parlatori, di Ara giacinto, simbolo della pianura alluvionale del Pantanal in Sud America e ormai in rapido declino, di Amazzoni dai Caraibi, per non parlare della famosissima Ara rossa, che deve la sua sfortuna ai colori sgargianti ed alla lunga coda.
Ora questo commercio è diventato insostenibile. Secondo le stime dell’Unione Europea, infatti, dal 1997 al 2000 sarebbero state importate ben 111 specie di Pappagalli selvatici, per un totale di 469.602 esemplari prelevati dal loro habitat ed arrivati vivi in Europa. È importante sottolineare che si tratta solo di individui giunti vivi a destinazione, perchè il tasso di mortalità durante il trasporto è talmente elevato (tra il 20 ed il 50%), che il numero di individui prelevati praticamente raddoppia.
Purtroppo le misure dell’IUCN, che classifica 94 specie di Psittacidi su 330 come minacciati, vulnerabili o a rischio di estinzione, non bastano per proteggere questi magnifici animali. Gli interessi commerciali sono troppo forti, visto che per un esemplare si arrivano a pagare fino a 100.000 euro.

La proposta del World Parrot Trust per contrastare questo fenomeno, è quella di estendere il temporaneo divieto mensile dell’Unione Europea, rendendolo perenne.
L’esperimento ha già avuto successo negli USA, un tempo i maggiori importatori di Pappagalli esotici, che, a partire 1993, hanno bloccato tutte le importazioni, facendo registrare un buon aumento delle presenze in natura.

Sebbene alcuni commercianti affermino che la compra-vendita di pappagalli esotici aiuti l’economia delle popolazioni locali, in realtà le cose non stanno affatto così.
Oltre al fatto che gli unici beneficiari del commercio sono gli intermediari, già benestanti, ben più remunerativo è il turismo sostenibile, che non solo permette a questi uccelli di vivere liberi in natura senza interrompere il delicato equilibrio dei loro ecosistemi, ma aiuta le popolazioni locali a sviluppare una sorta di orgoglio nazionalista nei confronti delle proprie bellezze naturali. Maggiore conservazione dell’ambiente in generale, quindi, ma anche maggiori posti di lavoro per i locali, attraverso l’istituzione di parchi, guide, la costruzione di strutture turistiche ecocompatibili.


  
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