Roma, 18 Ottobre 2005 – La siccità devastante che sta colpendo la foresta amazzonica è dovuta alla combinazione di riscaldamento globale e deforestazione, e potrebbe cambiare il volto della foresta, secondo Greenpeace e gli scienziati brasiliani. “Il Brasile è uno dei paesi più vulnerabili al mondo ai cambiamenti climatici a causa della sua ricchissima biodiversità. Se l’Amazzonia perdesse più del 40% delle sue foreste, raggiungeremmo un punto di non ritorno oltre il quale la foresta più vasta della Terra diventerebbe molto simile ad una savana”, ha dichiarato Carlos Nobre, dell’ INPE, Istituto nazionale brasiliano per la ricerca spaziale e Presidente del Programma internazionale per la Biosfera. Secondo l’INPE, il 17% dell’Amazzonia è stato completamente distrutto negli ultimi trent’anni. La foresta è stata danneggiata dal taglio illegale del legname e da altre attività antropiche.
“Questa siccità e i suoi effetti sono davvero impressionanti. Nelle città mancano cibo, medicine e carburante perchè le imbarcazioni non possono risalire i fiumi” ha detto Carlos Rittl, di Greenpeace. “Se il paesaggio che ho visto questa settimana è un segno di quello che ci aspetta, siamo davvero nei guai. Rischiamo di perdere la più vasta foresta pluviale al mondo, la rete dei fiumi e le inestimabili forme di vita che protegge, molte delle quali ancora non conosciamo”.
La deforestazione e gli incendi sono responsabili per più del 75% ell’effetto serra in Brasile, che si colloca così tra i primi quattro paesi al mondo che influiscono sul cambiamento climatico globale. Greenpeace chiede ai governi di agire con urgenza per porre fine alla deforestazione e impegnarsi a ridurre significativamente le emissioni di anidride carbonica, un passo necessario per proteggere la biodiversità della Terra e i milioni di persone che rischiano di soffrire le conseguenze dell’impatto dei cambiamenti climatici e della deforestazione.
Conoscere la terra che abiti è benessere
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