Quando sentiamo parlare di Rune, raramente ci soffermiamo sul significato autentico di questo termine, e ancor più raramente ci soffermiamo a riflettere sulle origini storiche di questi antichissimi segni. In realtà su tale argomento ci sono poche nozioni accertate e molta confusione; per ricostruirne la storia, infatti, possiamo solo basarci su reperti archeologi enigmatici e spesso contraddittori.
Le teorie formulate per quanto concerne la fonetica, le origini, la serie e, persino, il loro numero (da 16 a 32) sono molteplici. Di sicuro, le Rune erano considerate alla stregua di veri e propri segni “magici” di potenza e di conoscenza, pur avendo un utilizzo pratico (scrittura). Esse sono visibili ancora oggi sui Dolmen, sui Menhir e sulle costruzioni megalitiche che si trovano sparse un po’ ovunque.
A livello etimologico la parola Runa pare provenga dalla radice indoeuropea “RU”, che significherebbe “cosa misteriosa” o “cosa segreta”. In tedesco antico indicava probabilmente “qualcuno che sa”, intendendo forse una donna saggia o un uomo saggio. Analogamente si attribuisce all’antica parola nordica “Runa” il significato di segreto o mistero. Lo stesso vale per il gallese RHIN e per l’islandese RUN.
In scozzese il verbo ROUN significa “bisbigliare” o “parlare molto e spesso di una cosa”.
Le Rune sono innanzitutto segni di scrittura, lettere, anticamente incise su pietre, che però racchiudono significati nascosti, misteriosi. Sono dei veri e propri arcani. Le scritte più antiche ritrovate risalgono al secondo secolo d.C. (200-220) e sono state rinvenute in Danimarca: è probabile tuttavia che le Rune siano più antiche. Ad ogni simbolo è associato un suono, una sillaba, una lettera dell'alfabeto.
Le radici delle Rune sono connesse con tutti i popoli indoeuropei. L’alfabeto germanico, il celtico, il latino arcaico e il greco ne sono composti; quello fenicio e quello etrusco ne risentono fortemente.
Contrariamente alle lettere dell’alfabeto latino, ogni Runa ha il proprio nome, il proprio significato e le corrispondenti connessioni simboliche e magiche. Alcuni dei nomi descrivono un soggetto della natura (ad es. il tasso, il sole…), altri fanno riferimento a qualità o fatti (gioia, prosperità…).
Inoltre, ogni nome si riferisce a tutto un complesso di concetti e corrispondenze ad esso collegate.
Usando le Rune, singolarmente o in combinazione, gli uomini del Nord studiavano e descrivevano ogni aspetto dell’esistenza umana.
Le Rune, quindi, oltre che come strumento di scrittura, erano anche strumenti di magia, di rituali e predizioni.
Le pietre runiche sono delle pietre di varia grandezza e forma, che presentano iscrizioni redatte, per lo più, da popoli scandinavi e germanici. L'alfabeto runico germanico conteneva 24 caratteri. I primi 6 caratteri danno luogo alla parola "Futhark", oggi normalmente usata per indicare l’alfabeto runico. Quando le Rune cominciarono a diffondersi nel nord dell'Europa, e precisamente in Scandinavia, alcune lettere furono omesse dall'alfabeto che si ridusse a soli 16 caratteri, nel tentativo di ottenere un alfabeto più semplificato. Siamo nel IX secolo d.C.
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