In barba ad una globalizzazione sbandierata ai quattro angoli del Pianeta, le tradizioni locali continuano a dettar legge e, così, il passaggio dal vecchio al nuovo anno è festeggiato in date diverse in varie parti del mondo.
Gli Ebrei adottano un calendario luni-solare. L’anno è composto di dodici mesi e viene chiamato shanà peshutà, ovvero “anno semplice”; infatti, circa sette volte in un arco di diciannove anni viene aggiunto un tredicesimo mese (detto Veadàr o Adàr Shenì) allo scopo di far coincidere le festività con le rispettive stagioni. L’anno inizia con il mese di Tishrì (metà settembre/metà ottobre) in quanto, secondo la tradizione, il mondo fu creato in questo mese.
Gli Ebrei contano gli anni a partire dalla prima luna nuova dell’anno della creazione del mondo secondo la Bibbia. Questo momento corrisponde a 5 ore e 204 parti dopo le ore 18 (quindi poco prima di mezzanotte) del 6 ottobre 3761 a.C., secondo il calendario giuliano. Il Capodanno, così come lo si considera nella cultura occidentale, si identifica con la festa di Rosh haShana che cade il primo giorno di Tishrì. In base al calendario gregoriano gli ebrei nel 2007 hanno festeggiato l’anno 5768.
I paesi musulmani seguono invece un calendario unicamente lunare. L’anno islamico è dunque un anno lunare di 354 giorni che risulta di circa 10-12 giorni più breve rispetto a quello gregoriano. Nel 637 il califfo Omar stabilì che l’era musulmana avesse inizio dall’anno (622) in cui era avvenuta l’Egira (higrah, “migrazione”) del profeta Maometto dalla Mecca a Medina.
Pertanto, i musulmani hanno appena festeggiato l’anno 1428 dall’Egira. La loro festa principale, però, è il Ramadan, ovvero il periodo di digiuno. In particolare, la festa che conclude il Ramadan è chiamata Aid El Fitr, “il giorno del perdono”, perché è questa l’occasione per perdonare i torti subiti e riappacificarsi con chi si è in conflitto. Infine, i musulmani festeggiano il loro Natale in commemorazione della nascita del Profeta avvenuta, secondo la tradizione, il 12° giorno del Rabi-ul-Awwal, vale a dire lunedì 20 aprile 571.
Il calendario gregoriano è quello ufficialmente adottato dai Cinesi che, peraltro, già al tempo di Marco Polo conoscevano ed utilizzavano quello giuliano. Tuttavia, soprattutto in ambito religioso, continua ad essere osservato anche l’antico calendario lunisolare tradizionale che, secondo una leggenda, risalirebbe alla dinastia Xia (XXI-XVI secolo a.C.).
Il Capodanno cinese coincide con il giorno della prima luna nuova dopo l’entrata del sole nell’11° segno dello zodiaco, vale a dire il segno cinese del Cane che corrisponde all’Acquario occidentale. Pertanto, il capodanno cade in una data compresa fra il 21 gennaio ed il 20 febbraio del calendario gregoriano. Una serie ciclica di 12 animali (Topo, Bue, Tigre, Lepre, Drago, Serpente, Cavallo, Pecora, Scimmia, Gallo, Cane e Maiale) segna il decorrere degli anni. Il Capodanno cinese, noto anche come Festa di Primavera o Chun Jie, è la ricorrenza più importante dell’anno: una grande festa popolare rallegrata da scambi di doni, banchetti, fuochi d’artificio e soprattutto coloratissimi cortei di maschere tradizionali fra i quali primeggia, su tutto e su tutti, un lunghissimo Drago d’Oro.
I Buddhisti contano gli anni a partire dal plenilunio del mese di Vesak dell’anno 543 a.C., giorno in cui, secondo la tradizione, il Buddha trapassò nel mahaparinibbana. Poiché l’anno zero non c’è stato, nel 2007 i buddhisti hanno festeggiato l’anno 2551.
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