Nelle nostre esperienze, oggi, possiamo trovare e valutare svariati modi di festeggiare un evento come il Capodanno: dai viaggi, al cosiddetto cenone, ai fuochi d’artificio, al ballo, e così via.
Forse questi modi di festeggiare hanno però fatto dimenticare antichi “rituali” che accompagnavano, ad esempio, l’inizio delle vacanze natalizie quando si era a scuola.
Se provate a fare un tuffo nel vostro passato, magari ricorderete che da bimbi, nella lettera di auguri ai genitori o nella lettera da inviare a Babbo Natale, avete fatto un bilancio di ciò che siete stati (buono o cattivo, obbediente o no?) e probabilmente fermato con l’inchiostro i vostri propositi.
Questo, al di là della più o meno velata colpevolizzazione proveniente dal mondo dei grandi, era un modo per fermarsi a riflettere e a chiedersi chi e come si era stati e cosa si sarebbe voluto raggiungere.
In termini più contemporanei, si può dire che l’espressione dei “propositi” altro non era che mettere energia sul “pensiero positivo” che riguardava la propria persona ed il resto del mondo.
A mio avviso, era di per sé un atto magico che aveva i suoi effetti quanto meno in termini di predisposizione ad essere più nel cuore con se stessi.
Forse questo aspetto di considerare il Natale e, ancor più il Capodanno, come l’arrivo ad una soglia si è un po’ perso. Quando si è davanti ad una porta, anche quella di casa, in realtà si vive fino in fondo un passaggio di stato che ha anche un aspetto temporale: un attimo prima siamo dentro casa e, superata la soglia, un attimo dopo siamo fuori, con tutto ciò che questo passaggio comporta.
E dato che ciò che è dentro di noi inevitabilmente si riflette su ciò che è fuori di noi, mi sembra interessante portare l’attenzione sul vivere in modo consapevole un evento che, a seconda della nostre età, abbiamo già vissuto più o meno volte nell’arco della vita, come il passaggio dal vecchio al nuovo anno.
Può essere interessante prendersi dei momenti “solitari” prima dello scoccare della mezzanotte dell’ultimo dell’anno, per fare un resoconto di ciò che siamo stati, delle fasi significative (belle o brutte) che abbiamo vissuto, di ciò che non vogliamo portarci oltre la soglia perché magari non ci piace o non ci appartiene più, di ciò che invece ci piace mantenere e coltivare di noi, e quindi di ciò che siamo diventati e di ciò che vogliamo per il nostro nuovo anno.
Tra l’altro questo è un ottimo modo per avere consapevolezza degli eventuali cambiamenti, dell’evolversi o involversi delle situazioni della nostra vita… mettendoci magari anche il proposito di cambiare ciò che è ormai troppo deformato rispetto a ciò che sentiamo di essere, tanto da non poter superare la soglia di casa e della nostra vita presente.
Provate a scrivere ciò che non volete portarvi di voi nel nuovo anno e poi bruciate il pezzo di carta allo scoccare della mezzanotte. Probabilmente questo atto simbolico vi darà una spinta in più nel lasciare il “vecchio”ed il passato e proiettarvi nella realizzazione dei vostri desideri.
Buon Capodanno a tutti!
Dott.ssa Maria Rosa Greco
Psicologo clinico e psicoterapeuta della Gestalt
e-mail: greco.mariarosa@libero.it
tel. 338/7255800
Non aver paura di curare la propria anima è benessere
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