Aver amato Giorgio Gaber. Aver ascoltato le registrazioni dei suoi spettacoli. Averlo visto nelle sue ultime esibizioni. E poi averlo perso proprio quando si pensava di averlo finalmente trovato. Questo è quello che devono aver provato tutti quegli “under 30” che, come me, per motivi anagrafici non hanno potuto godere in pieno della sua opera.
A più di due anni dalla sua morte, però, la sua musica e le sue parole, il suo teatro canzone insomma, continuano a vivere nelle case dei privati, ma soprattutto nei teatri. Le persone a lui più vicine, aiutate e stimolate da diverse istituzioni, organizzano infatti frequentemente serate, dibattiti e incontri finalizzati a non far dimenticare la coscienza di un’epoca che Gaber e Luporini, con i loro testi, hanno incarnato.
Ed eccoci al Teatro Eliseo, alle 21 del 16 maggio 2005. Un po’ affannati, perché in ritardo. La sala è gremita. Sembra che stia per iniziare un nuovo spettacolo del Signor G.
Dopo qualche minuto, sale sul palco Curzio Maltese, giornalista di Repubblica a cui il Teatro Eliseo ha chiesto di organizzare un incontro con il pubblico, invitando vari ospiti a raccontare il loro Gaber.
Per primo, interviene il sindaco di Roma Walter Veltroni. Tra gli ospiti troviamo poi Luca Barbarossa che con Vincenzo Mollica ha tenuto una serie di incontri per la promozione de "Il Grigio" nelle scuole superiori di Roma, Fabrizio Zampa, giornalista del Messaggero e grande conoscitore di Gaber, Antonio Albanese noto comico e affettuoso amico di Giorgio Gaber e Andrea Rivera, giovane artista romano già segnalato dal Comitato di garanzia del Festival Teatro Canzone 2004.
Il menù è succulento e lo stomaco comincia a brontolare. Dopo una improbabile versione di “Far finta di essere sani” riproposta da Luca Barbarossa (che poi si farà perdonare con degli ottimi interventi), la serata prende ritmo e si riempie di contenuto.
Per ricordare Gaber, per farlo conoscere a chi non c’era, gli organizzatori hanno scelto la via migliore, forse l’unica possibile: invece di riproporre cover di dubbia riuscita o di lanciarsi in commemorazioni strappa-lacrime, hanno preferito mostrare l’essenza di Gaber.
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