L’ORO DELLA SABINA? IL SUO OLIO!
Il 19 marzo scorso si è svolta la 3° edizione della “Sirena d’Oro” di Sorrento, l’unico concorso nazionale che premia i migliori oli DOP italiani. I premi sono andati alla Sabina, all’olio di Siena e a quello di Ragusa
di Alessandro Rizzato
L’evento viene organizzato ogni anno dalla regione Campania e il comune di Sorrento, in concerto con la Federdop e l’associazione Città dell’Olio, per dare risalto ai prodotti a Denominazione di Origine Protetta (DOP) , punta di diamante della produzione agro-alimentare italiana.

I primi posti sono stati assegnati ad oli sabini, senesi e siciliani. L’olio DOP Sabina “Aurum Sabinae”, prodotto dall’Azienda Leonardo Altobelli ha ricevuto la sirena d’Oro per la categoria “fruttato leggero”. La categoria “fruttato medio” ha visto prevalere invece la Dop Terre di Siena dell’azienda agricola “La Carraia” di Franco Bardi, mentre nella categoria “fruttato intenso” il primo posto è andato alla Dop Monti Iblei dell’azienda Giorgio Rollo di Ragusa.

I vincitori sono stati scelti tra più di 150 oli in concorso, provenienti da 25 zone DOP diverse, da 16 capi panel, assaggiatori iscritti nell'Elenco Nazionale dei tecnici ed esperti assaggiatori di olio extravergine di oliva. Quest’anno il concorso è stato suddiviso in due fasi, una preselezione e una fase finale. La preselezione è servita a sceglier i migliori due oli per ciascuna zona DOP, che poi hanno avuto accesso alla fase finale e hanno ricevuto in premio una “menzione di merito”.

Abbiamo intervistato Leonardo Altobelli, vincitore nella categoria “fruttato leggero”.

Ci parli del suo prodotto.
Aurum Sabinae è il nome che abbiamo deciso di dare al nostro olio, un olio che produciamo da generazioni nella stessa maniera, attraverso tecniche di raccolta tradizionali. L’olio che produciamo per la vendita è lo stesso che destiniamo al consumo personale, perché siamo convinti che ci sia in Italia una fetta di consumatori che hanno, come noi, la passione per l’” olio buono”, e che sappiano riconoscerlo.
L’olio d’oliva di alta qualità è un mondo tutto da scoprire, fatto da sapori e aromi che possono differire anche molto tra loro, in relazione a una gran quantità di variabili come il tipo di terreno, il microclima, le varietà di coltivazione e le tecniche di raccolta, macinazione e conservazione.


Ci può spiegare cos’è la denominazione DOP?
La DOP è una certificazione riconosciuta dalla Comunità Europea, per dare riconoscibilità a quei prodotti di qualità strettamente legati ad un determinato territorio di produzione. Nel caso dell’olio d’oliva “DOP Sabina” il disciplinare tutela la qualità, la tipicità e la tracciabilità del prodotto. Questo significa fare in modo che sia possibile tracciare a posteriori il percorso svolto dall’olio, a partire dalla pianta per arrivare alla tavola del consumatore.

I terreni, gli impianti di trasformazione e di imbottigliamento vengono registrati in appositi elenchi. Anche i processi di raccolta e molitura vengono sottoposti a controllo, in modo da verificare che vengano seguiti i metodi tradizionali. Infine il prodotto finale viene sottoposto ad analisi chimico-fisiche ed organolettiche per riscontrarne la rispondenza ai requisiti previsti dal disciplinare di produzione.

Com’è il mercato dell’olio DOP? Nota dei cambiamenti da parte dei consumatori?
Le certificazioni sono un bene per il mercato dell’olio di qualità e pian pano si stanno affermando. Anche la diffusione di premi a livello nazionale ed internazionale, come la sirena d’Oro contribuisce alla valorizzazione di una realtà, quella dell’olio d’oliva di alta qualità, che viene troppo spesso relegata a canali di vendita “poco ortodossi”.

Come ai tempi di mio nonno, è ancora dominante la vendita di olio sfuso, in grossi contenitori tipo damigiane, attraverso il meccanismo del passaparola.
L’auspicio è che avvenga per il mercato dell’olio quello che succede per il vino. Sugli scaffali di enoteche e supermercati troviamo vini di diversa qualità e prezzo, certificati e non, mentre per gli oli purtroppo non succede ancora la stessa cosa.

Per quanto riguarda il DOP è importante che questa certificazione venga riconosciuta pienamente anche a livello internazionale. Recentemente anche il WTO, l’organismo supremo di regolamentazione del commercio internazionale, ha avviato il riconoscimento dei marchi DOP e IGP, dopo che Australia e Stati Uniti si erano opposti alla diffusione di questi marchi perché reputati contrari alle regole della libera concorrenza.

A livello internazionale un ulteriore nemico del nostro olio è rappresentato dalle contraffazioni e dalle sofisticazioni. Da una parte capita che vengano inventati dei marchi che “suonano” italiani, ma di cui non si conosce esattamente la provenienza e la qualità. Dall’altra esiste il fenomeno della manipolazione chimica di oli di bassa qualità per poter essere commercializzabili come prodotti di fascia superiore. Il problema è che non è sempre facile, dal punto di vista chimico-analitico, rilevare tali frodi.


(09/04/2005)