Nel suo libro "Armi acciaio e malattie" il naturalista e fisiologo Jared Diamone cerca di rispondere alla domanda che un uomo politico guineiano, l'amico Yali, gli pose nel 1972 quando Diamond si recò in Nuova Guinea in qualità di ornitologo. La domanda di Yali era la seguente: "Come mai voi bianchi avete tutto questo cargo" (i beni commerciali portati dalle navi) "e lo portate qui in Nuova Guinea, mentre noi neri ne abbiamo così poco?", ovvero, come mai esiste un fenomeno come l'eurocentrismo e come mai gli europei, in un modo o nell'altro, hanno esportato il loro standard culturale in tutto il mondo?
Per rispondere l'autore, assecondando la sua formazione accademica, si avvale di un ragionamento storico affiancato da formulazioni naturalistiche e biogeografiche.
La tesi è che gli europei, sviluppando la loro cultura in un territorio troppo piccolo per le diverse culture che vi si insediarono, e troppo complesso e diversificato, abbiano dovuto fare più violentemente i conti con tutti quei problemi per i quali l'uomo tende ad inventare soluzioni bellicamente valide. Le numerose guerre che, fin dagli inizi, hanno sconquassato il territorio europeo e la particolare impostazione tecnico-economica, che caratterizza le nostre culture, si sono mosse pari passo, catalizzandosi e dando vita ad una forte spinta conquistatrice, che ha portato alla situazione attuale. Non si deve dimenticare che sono proprio la fame ed il disperato bisogno che hanno spinto la regina Isabella a sovvenzionare la spedizione di Colombo per la conquista di nuove terre.
Gli europei hanno quindi acquisito una certa resistenza alle avversità, resistenza che non si esplica solo a livello tecnologico.
Anche sul versante degli agenti patogeni, infatti, la maggiore concentrazione umana ha favorito lo svilupparsi di epidemie di diverso genere, rendendo i sopravvissuti particolarmente coriacei. Se è vero che in ogni scambio culturale anche le malattie vengono date e cedute da entrambe le parti, è particolare come le malattie europee abbiano fatto più danni di quelli che non abbiamo subito. Certamente la sifilide, importata dal sud-america, è stato un flagello per l'Europa, ma il nostro raffreddore ha sterminato intere popolazioni amerinde tanto che, in alcuni casi, i conquistadores trovavano al loro arrivo nei villaggi solo morti.
Quindi armi, acciao e malattie (e una forte accettazione della real politik) sono le cause che Diamond indica come responsabili dell'eurocentrismo. In generale queste risposte sono interessanti anche se emergono nei ragionamenti elementi deterministici a livello antropogeografico che tendono a dare un risvolto semplicistico e generalizzante in alcune conclusioni.
L'opera è comunque condivisibile nel suo apparato generale e, soprattutto, coraggiosa non solo per aver cercato di dare una risposta al problema, ma soprattutto per aver posto il caso come un dato oggettivo, attraverso parole chiare e prive di preconcetti.
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