CRONACA DI UNA MORTE ANNUNCIATA.
GABRIEL GARCIA MARQUEZ
Se siete tra quelli che credono esista per ognuno un destino a cui nessuno può sfuggire, allora leggete “Cronaca di un morte annunciata”: troverete una conferma autorevole per i vostri peggiori sospetti.

di Gianluca Traini
Se siete tra quelli che credono esista per ognuno un destino a cui nessuno può sfuggire, allora leggete “Cronaca di una morte annunciata” di Gabriel Garcia Marquez: troverete una conferma autorevole per i vostri peggiori sospetti.
Pubblicato all’inizio degli anni ottanta e disponibile in italiano nella traduzione di Dario Puccini, Cronaca di una morte annunciata è una storia vera che risale alla giovinezza di Marquez e che vede protagonista uno dei suoi più cari amici, Santiago Nasar, ucciso a coltellate nella piazza del paese dell’autore davanti agli occhi di tutta la popolazione.

A uccidere questo giovane, ricco membro di spicco della comunità araba del luogo, sono due gemelli, i fratelli Vicario, la cui sorella Angela, sposatasi il giorno prima con un forestiero molto ricco, Bayardo San Roman, è stata ripudiata dal suo sposo la prima notte di nozze perché scoperta non più vergine. Ad essere accusato da Angela come responsabile dell’ intollerabile affronto di averla violata prima del matrimonio, affronto che in realtà non sarà mai totalmente provato, è Santiago Nasar. Decisi a ridare onore alla loro sorella e alla loro famiglia offesa, i giovani fratelli Vicario si preparano a uccidere Santiago Nasar, mentre tutto il paese, che andava riprendendosi dai festeggiamenti del matrimonio della loro sorella, stava aspettando in quella mattina di morte il passaggio del bastimento del vescovo, considerato da tutti un avvenimento memorabile.

Fin qui questa di Marquez sembrerebbe una normale storia di onore ferito nell’aria arroventata dei Caraibi. A renderla però straordinaria è il fatto che gli assassini prima di commettere il delitto comunichino a tutti quelli con cui vengono in contatto la loro intenzione di uccidere Santiago Nasar. Questo porta al crearsi di una eccezionale situazione: tutto un paese sa che avverrà un assassinio tranne il diretto interessato, colui che sarà assassinato, colui di cui è stata annunciata a più riprese la morte. Il libro di Marquez è appunto la cronaca dettagliata di questa morte annunciata, che sembra essere la più fatale delle morti, perché come ordita da un destino irreparabile che nessuno è stato capace di mutare.


Non sono stati capaci di mutarlo quelli che hanno preso sottogamba le dichiarazioni dei fratelli Vicario, considerandole delle bravate; non sono stati capaci di mutarlo gli amici della vittima, che per una serie di imprevisti o hanno saputo troppo tardi del destino del loro amico o non sono riusciti ad avvisarlo in tempo; non sono stati capaci di mutarlo gli stessi fratelli Vicario, che, nella loro volontà di far sapere a tutti il loro proposito, sono sembrati soltanto alla ricerca di qualcuno che li ostacolasse nel loro obbligo d’onore di compiere una azione troppo temeraria.

Intrappolati da un incredibile intreccio di contrattempi e di imprevisti - a volte anche farseschi – tutti i personaggi di questa storia sembrano essere gli strumenti inconsapevoli di un destino che gioca con loro e con le loro vite, eleggendone una al centro di un dramma irreparabile, che ognuna delle cinque parti del libro (a parziale esclusione della quarta) tenta di ricostruire per rintracciarvi, naturalmente senza riuscirci, una smagliatura nella rete delle sue fatalità immodificabili, lasciando alla fine in chi scrive e in chi legge solo la sensazione nitida e precisa di essere partecipi di un destino tanto inconoscibile a priori quanto inevitabile a posteriori.


(03/03/2005)