SUSANNA LISO E IL “DOPPIO”
Il tema dello sdoppiamento dell’Io, tanto caro ai narratori dell’ottocento, diviene occasione per creare abiti ripetuti, doppiati, sdoppiati, attraverso la danza sartoriale di Susanna Liso, designer della griffe “Le Tartarughe”.
di Comunicato stampa
Ci narra un viaggio, alla scoperta dell’Identità, la collezione new generation estate 2005 di Susanna Liso raffinata designer della griffe “Le Tartarughe” . La stilista romana ci introduce nella landa dell’Ignoto, là dove il confine tra Identità e Differenza è terribilmente labile e ci rivela cosa si nasconde dietro lo sdoppiamento dell’Io. Mistero dell’animo umano, affascinante incanto, sottile linea di confine: la doppia identità appare a volte ingannevolmente uguale, a volte fatalmente diversa ma sempre inesorabilmente immersa nel mistero. L’intera collezione è intrisa dell’affascinante tema del Doppio, tanto caro ai grandi narratori dall’Ottocento ad oggi; ogni abito è unico, talvolta ripetuto, doppiato e sdoppiato, stratificato attraverso una danza sartoriale.

Gli abiti inseguono il mondo dei desideri e dei segreti dell’universo femminile, perverso gioco contaminato da alchimie tattili, rubando alla lingerie le linee ed i tessuti. Ecco le canottiere, sottratte all’intimo, impreziosite con inserti di pizzo, le gonne realizzate con impalpabili sete o con lini dagli inserti realizzati con pizzi valenciennes. Gli abiti dalla linea scivolata che avvolgono il corpo in una carezza sensuale sono in raso di seta, stratificato con lo chiffon, e possiedono due anime, strati di tessuto che si sdoppiano e si ricompongono indossati sui pantaloni dal taglio sartoriale o sulle sottane dai mille volant.

Irrompono prepotentemente nella collezione i gioielli – scultura dell’artista Isabella Nurigiani che adorna le modelle con materiali insoliti come il perspex ed il ferro, contaminazioni metropolitane, abbracci preziosi.
La coreografia di Chiara Ossicini e la scenografia dell’imponente palcoscenico della sala Sinopoli dell’Auditorium sono stati il teatro ideale della performance, ricordando l’archeologia industriale e la giostra di ferro sulla quale hanno danzato gli abiti, armadio immaginario delle modelle gemelle, dentro il quale custodire la propria identità.
Il denim è un elemento scenico, che diventa sacca da viaggio pronta a chiudersi per partire alla scoperta del fascino dell’eleganza.


(16/02/2005)