Trenta notti senza stelle è lo straordinario spaccato di una realtà che si annida ai confini della società che la scansa agli angoli dei marciapiedi su cui essa si sdraia.
Una realtà ignorata dai più perché muta e silente al pari di Andrea, eloquente protagonista del racconto di Claudio Zangrandi che, con crescente coinvolgimento, conduce il lettore tra le pieghe di un’anima e le mura degli Asili Notturni di Torino.
Gli Asili Notturni Umberto I... «La casa del re», come li chiama Andrea che con lui ci fa dire, a un tratto, «...e bravo il nostro re. Grazie di tutto» e bravo Claudio Zangrandi che riesce a farci vivere in pieno trenta notti agli Asili Notturni con i suoi personaggi reali introducendoci nelle atmosfere di una città, Torino, riconoscibilissima nelle sue sapienti descrizioni che abilmente trasportano gli odori e i colori della metropoli più magica d’Italia... E bravo Sergio Rosso che ha permesso agli Asili Notturni Umberto I – nati nel 1886 per ospitare i barboni – di sopravvivere sino ai nostri giorni. E, mentre Andrea ci introduce fra le stanze di Via Ormea 119 col suo mutismo e il rumore dei suoi inespressi pensieri, facciamo nostre le sue riflessioni: «(...) mi sembra un posto da figli della strada senza scampo. (...) Ancora non ho capito perché gli piacessero tanto i barboni a ‘sto re. (...) Un compasso e una squadra... Boh! (...) Vuoi vedere che ‘sto re era pure geometra? Un re... geometra... amico dei barboni». Lecite riflessioni quelle di Andrea e leciti interrogativi i nostri che possono trovare risposte solo leggendo questo coinvolgente racconto e, proseguendo, poi con l’interessante seconda parte del libro che ci propone pagine di storia che meritano di essere rivisitate.
Bella ed elegante la veste editoriale e degna di nota la prefazione di Massimo Gramellini.
Per acquistare Trenta notti senza stelle basta collegarsi al sito www.asilinotturni.org nella sezione dedicata al libro.
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