Nella quasi totalità delle culture antiche la figura de guaritore, dell’Uomo Medicina, coincideva con quella dello sciamano o dell’iniziato: dai druidi del mondo celtico ai sacerdoti egizi, dal buddismo correlato di canoni di medicina agli sciamani siberiani, americani ed australiani fino agli esseni ed agli apostoli del cristianesimo si + sempre assistito ad un’identificazione di colui che detiene i segreti dell’arte terapeutica con colui che lavora in un percorso di evoluzione spirituale o coscienziale.
Solo negli ultimi secoli, ed in particolare nelle culture legate alle grandi religioni monoteistiche, questa unità si è lentamente persa ed oggi spesso la medicina viene considerata vcome una vera e propria forma di “carrozzeria” per riparare o migliorare esteticamente il corso, mentre la “cura dell’anima” è riservata ad un ambito che propone molto, troppo spesso la negazione del corpo visto come inferiore, sporco, sbagliato.
Nelle mie esperienze di viaggio e di ricerca con maestri e sciamani delle più diverse tradizioni e con esponenti delle cosiddette medicine solistiche ho potuto riscontrare come solo un approccio globale all’individuo, considerato come una Coscienza che utilizza il corpo e la mente per fare esperienza nel mondo, può portare ad una guarigione reale e profonda dei sintomi visti come conseguenze di squilibri e disadattamenti profondi.
Un processo di guarigione reale implica allora inevitabilmente una serie di trasformazioni interiori, il recupero di un processo di crescita evolutiva bloccato proprio in conseguenza di quegli eventi traumatici che hanno indotto il corpo a lanciare segnali di richiesta di aiuto attraverso sintomi e malattie di vario tipo.
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Per fare un esempio il Reiki, che seguo ed insegno da quindici anni e cioè fin dalla sua prima comparsa nel nostro paese, propone un approccio di guarigione nella quale i sintomi sono del tutto secondari in quanto è l’individuo nella sua globalità ad essere aiutato con trattamenti che innescano una capacità di autoguarigione che si sviluppa sui tre piani dell’individuo stesso: un corpo che riprende a funzionare come veicolo per fare esperienza, una mente che si riequilibra e recupera la sua funzione di “computer di bordo” per elaborare le esperienze stesse, ed uno spirito che si risveglia e riprende a fare esperienza in ogni istante della propria vita.
in maniera analoga, approccio sciamanici quali la Caccia all’anima consentono di recuperare parti della propria integrità perdute in conseguenza di traumi, i Fiori di Bach consentono di “riprogrammare” l’individuo inviando a livello strutturale nuove informazioni che innescano la guarigione etc.,
In questa rubrica affronteremo molte tecniche e sistemi che consentono di innescare un processo terapeutico globale e di riprendere al tempo stesso un percorso di crescita interrotto, ed avremo occasione di riscontrare come al di là delle differenze culturali nella manifestazione esteriore di tali tecniche, mondo celtico,, essendo,m sciamanico, buddista etc. hanno molto più in comune di quanto solitamente si possa pensare.
L’Associazione Pachamama (dal nome Inka per Madre Terra) che ho fondato si propone proprio il recupero di tecniche e tradizioni che funzionano e che non richiedono di affidarsi a qualcosa o qualcuno di esterno aiutando a riscoprire anche le proprie risorse interiori come premessa di un viaggio verso il proprio Potere Personale.
Il titolo di questa rubrica vuole ricordare proprio come non si possa mai parlare di vera guarigione senza il recupero di parti negate di se stessi, e come al tempo stesso un lavoro reale di crescita interiore ha conseguenze su tutti i piani dell’individuo e quindi anche sulla sua salute psicofisica.
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