Gentile dottoressa,
la mia richiesta, leggendo alcuni suoi articoli e vedendo la sua preparazione di natura anche etnografica in merito allo sciamanesimo, è la seguente: mi potrebbe dare qualche informazione sulle pratiche etno-turistiche, se ci sono ovviamente, di quanti tra statunitensi e non si recano presso magari qualche santone nativo d'America per farsi curare qualcuna delle proprie malattie di natura psicosomatica dovute al troppo benessere o alla società dei consumi (anoressia, per l'appunto) e alla consuetudine tutta esotica di cercare ad ogni costo delle cure alternative?
E quanto c'è di "vero" e concreto in queste pratiche, e quanto c'è di suggestivo e puramente imbastito a scopo di lucro? Ma soprattutto in quale parte degli USA questi vecchi sciamani praticano o adattano la propria arte, seguendo riti e strumenti della propria tradizione, un tempo veramente usati a scopo terapeutico all'interno del proprio gruppo sociale, ed oggi invece giocoforza si ritrovano, pur di sopravvivere culturalmente, ad impiegare nei confronti di ignoranti occidentali suggestionati da un certo folklorismo etnocentrico?
In particolar modo quanto sarebbe plausibile che una ragazza anoressica con una situazione familiare alle spalle molto travagliata scelga di intraprendere una cura presso uno sciamano in Nord America?
La ringrazio sin d'ora per la disponibilità
Cordialmente e con stima
Lorenzo
Salve,
rispondo con piacere alla sua mail perchè gli interrogativi che mi ha posto sono molto stimolanti per me!
Innanzitutto un nativo americano che vive in pieno nella sua tradizione non si farebbe definire mai "santone", anzi non si definirebbe proprio. Per i nativi che portano avanti in maniera pura la loro modalità di contatto con la Natura e le loro pratiche di "guarigione", non c'è assolutamente distinzione tra vita quotidiana, pregare e cinsacrare tutto al loro dio, curarsi e curare, ecc..
Sono d'accordo con lei sul fatto che molti turisti, affascinati da tradizioni e pratiche "alternative", vadano alla ricerca oggi di esperienze "alternative" (assaggi di piante maestre, partecipazione a rituali sacri come la Danza del Sole o l'Inipi, ovvero il rituale della capanna sudatoria).
Le posso però assicurare, per esperienza diretta, che il nativo che tiene a mantenere la tradizione sacra, ad esempio un Lakota, non trasmette conoscenze o esperienze a chi non sente realmente interessato.
Ci sono poi quei nativi che, per convenienza economia, si sono aperti alla cultura "yankee", come i Navajo, che magari possono proporre esperienze ai turisti incurositi di vederli danzare, o pregare, o altro. Propongono sapendo ovviamente che si tratta di "parate". Magari però quegli stessi nativi continuano nella loro intimità a portare avanti una modalità sacra di contatto con il Tutto, consapevoli di dare in certe circostanze "le perle ai porci"! Ci sono anche comunità di nativi che però stanno perdendo proprio le loro tradizioni. I loro giovani non sono più interessati ad apprendere certi rituali sacri. Attratti dal mondo molto più colorato della "coca cola"!
Ci sono, di contro, comunità come quella degli Hopi che difendono ancora oggi le loro tradizioni, le loro modalità di vita, non permettendo quasi a nessun "bianco" di entrare veramente in contatto con loro.
Riguardo alla cura di malattie "occidentali" come l'anoressia. Un "bianco", statunitense, o europeo che sia, che si avvicina alle pratiche di cura "alternative", come le definisce lei, senza condividerne il senso sacrale profondo, a mio avviso fa solo una bella gita in un posto "esotico". La persona che soffre di qualsiasi disturbo e che va a cercare quei metodi di cura perchè sa nel suo profondo che possono contribuire a ridarle la libertà di sentire scorrere la propria vitalità, allora potrà avere grandi benefici e può vedere accadere profonde guarigioni.
Ad esempio partecipare al rituale della capanna sudatoria, un rituale di purificazione molto potente, può essere vissuto a vari livelli di profondità, come anche può non essere vissuto per niente e viverla solo come esperienza di sauna utile per sciogliere i grassi eccedenti!
Approfondire, comunque, l'argomento, richiederebbe veramente molto tempo perchè sarebbero tante le cose che potrei scriverle.
Per questa ragione preferisco fermarmi qui e mi rendo disponibile ad un incontro eventuale per parlarne di persona.
Maria Rosa Greco
Gentilissima Dottoressa Greco, le comunico che la sua disamina della situazione mi ha riportato coi piedi per terra, in quanto un eccesso di visione deformata dai modelli cinematografici e letterari in merito mi aveva portato a dare per scontato un paio di cose, che lei ha subito smentito: giustamente, ad esempio, mi ha fatto notare che un vero nativo non va diffondendo a chicchessia quelle che per lui non sono altro che pratiche connesse col suo vivere la quotidianità; quando invece per noi possono apparire come rituali "eccezionali" per situazioni fuori dal comune.
Quindi grazie, anche per aver offerto la sua disponibilità ad un ulteriore approfondimento.
Cordialmente
Lorenzo
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