PROTEGGO L'AMBIENTE
NEL MIO TERRAZZO...

Un modo intelligente per unire la vostra passione per il giardinaggio al mantenimento della biodiversità negli ambienti urbani, attraverso un progetto scientifico di origine anglosassone.
di Rachele Malavasi
Avete mai pensato che il vostro balcone o magari il giardino davanti a casa, potrebbero essere siti essenziali per il mantenimento della biodiversità? Forse voi no, ma un gruppo di scienziati inglesi ha deciso di tentare un affascinante esperimento.

All’inizio del 2004 è partita, in Inghilterra, la campagna Make Space for Nature, guidata dal Prof. Kevin Gaston (Dipartimento di Scienze Animali e Vegetali dell’Università di Sheffield). L’obiettivo della campagna era spingere i cittadini ad abbellire i propri giardini (in UK la maggior parte delle case è affiancata da un giardinetto privato) con attrezzature “amiche della natura”, come casette per gli uccelli, laghetti artificiali, mangiatorie, alberi, fiori…
Lo scopo è quello di rendere disponibili agli animali di città delle risorse, quali frutti, nettare, siti di nidificazione, persino insetti, che sono sempre meno reperibili negli ambienti urbani, con il rischio di provocare l’estinzione locale della specie.
“E’ irrilevante” afferma David Knight di English Nature “che le specie vegetali piantate siano selvatiche o di origine artificiale- L’importante è trovare un sistema applicabile in tutto il paese per fare in modo che le persone piantino specie ricche di nettare”.

Hanno aderito al progetto circa 100.000 persone, di cui la maggior parte abita a Sheffield, la quinta città più grande dell’Inghilterra. Sebbene sia ancora presto per dare dei risultati definitivi, l’entusiasmo di questa città verso il progetto ha fatto sì che potessero essere già diffusi dei pronostici molto verosimili.
Nei 61 giardini analizzati a Sheffield, sono stati contati ben 25.000 laghetti artificiali, 45.000 nidi per uccelli e 360.000 alberi alti oltre due metri.
Visto che ogni giardino ha le sue caratteristiche specifiche, molte specie diverse potranno trovare un mini habitat adeguato, sopravvivendo in buone condizioni anche all’interno delle città. È stato calcolato infatti che un terzo degli uccelli granivori inglesi sfrutta parchi e giardini cittadini, per non parlare dei rari Cervi volanti (un tipo di Scarabeo), per cui questi siti sono diventati essenziali alla sopravvivenza.

Ma le attrezzature messe a disposizione aumentano il numero di specie, o sono solo un diversivo per vecchi abitanti dell’area? A Sheffield, l’aumento del numero di nidi per uccelli ha determinano l’arrivo di ben altre 27 specie fra Storni, Passeriformi, Occhioni, Codirossi e Beccamoschini. Nei giardini privi di tali strutture, infatti, mancano posti in cui nidificare e gli alberi non hanno buchi nei tronchi.
Anche le mangiatoie hanno avuto un grande successo. Gli uccelli utilizzano queste risorse nei periodi in cui sono particolarmente stressati, come il tardo inverno o l’inizio primavera, quando è molto difficile riuscire a trovare da mangiare in natura. Così, si rafforzano per l’estate e depongono più uova.


Per la realizzazione del progetto sono utili non solo le strutture appositamente ideate per il benessere degli “animali selvatici da giardino”, ma anche semplici cataste di legna (utilissime per attirare bruchi, preda delle farfalle) o mucchi di concime organico.

Il Make Space for Nature, oltre a cercare di aumentare il numero di specie urbane, ha anche l’obiettivo di evitare la scomparsa di quelle già presenti: Graham Appleton ritiene infatti che questo genere di attrezzature sia una soluzione al declino delle popolazioni di passeriformi. In un convegno del BTO a Bristol, è emerso che il numero di passeriformi è minore dove le soffitte delle case hanno subito lavori di isolamento termico, probabilmente perché la procedura impedisce l’accesso alle grondaie. La soluzione è aumentare il numero di casette per gli uccelli in giardino.
Ovviamente, il caso non è limitato alle grondaie, ma ogniqualvolta vengono eseguiti dei lavori che cambiano l’assetto della casa o del giardino, bisognerebbe adottare delle misure compensative.

Se a livello scientifico il progetto mira ad aumentare le possibilità di sopravvivenza e la biodiversità delle specie cittadine, a livello etico esso spinge la gente a rendersi conto di come, a partire dal loro piccolo giardino, sia possibile amministrare l’ambiente a livello globale.

Quindi, via i nani da giardino e lunga vita a casette di legno e fontanelle. E se proprio non avete la possibilità di “abbellire” il vostro giardino ad uso di uccelli e scarabei, non disperate: secondo Mike Toms della British Trust for Ornithology, “Moltissime specie di uccelli – come gli Storni – adorano i prati desolati”.


(29/08/2006)