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BRACCONAGGIO NELLA BERGAMASCA
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Uno dei caprioli muniti di radiocollare per lo studio scientifico condotto dal Centro di Recupero Animali Selvatici dell’oasi WWF di Valpredina a Cenate Sopra (Bergamo) è stato abbattuto nei giorni scorsi.
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di Comunicato stampa - WWF
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L’atto di bracconaggio mette a rischio un lungo lavoro di studio per la valutazione dell’efficienza del recupero di ungulati selvatici e del riadattamento alle condizioni di vita naturale condotto dal WWF in collaborazione con l’Università di Milano Dipartimento di Biologia – Distaccamento di Dal mine.
Il capriolo vittima dei bracconieri era parte di un gruppo di tre animali rilasciati nei dintorni dell’Oasi WWF di Valpredina la scorsa primavera tutti provenienti dal centro recupero dell’oasi e erano muniti di radiocollare e ben identificabili con marche di colore giallo sull’orecchio. Nella zona dove il fatto è accaduto, Colle Gallo - comune di Gaverina Terme, l’attività di ricerca era ampiamente conosciuta da tutti.
Solo con l’ausilio di strumenti radiotelemetrici e poi di un metaldetector, è stato possibile nei giorni scorsi individuare il radiocollare ben nascosto sotto un grosso masso, ricoperto da fango e altre pietre nel fondo della valletta. Ad un primo esame il radiocollare risultava tagliato di netto e l’apparato radio risultava integro. Sul posto del ritrovamento nessun segno riconducibile alla presenza dell’animale vivo, o della sua carcassa, è stato individuato. Si presume che la morte risalga tra il 5 e il 12 novembre.
“Ancora più grave è poi il constatare che progetti di questo tipo si trovino a scontrarsi con mentalità reticenti o addirittura contrarie ad un approccio tecnico-scientifico della gestione della fauna selvatica, patrimonio di tutti. Questo rende difficile pensare a quali sviluppi possa avere questo tipo di approccio alla conoscenza della biologia della nostra selvaggina, ma allo stesso tempo suggerisce alle autorità competenti l’opportunità di sensibilizzare in modo più adeguato tutte le categorie sociali interessate al problema, e nello stesso tempo di dotarsi di strumenti più efficaci per la sorveglianza e la repressione dei comportamenti lesivi del bene comune.
L’uccisione di questo capriolo ha comportato infatti lo spreco di soldi pubblici e del lavoro di molte persone; suggerisce inoltre l’opportunità di trovare ulteriori risorse economiche e condivisione di intenti per poter garantire in futuro il proseguimento di questo progetto e l’ottenimento di risultati scientificamente attendibili” hanno dichiarato in una nota i ricercatori dell’Università degli studi di Milano, Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali, dipartimento di biologia, Polo per l’Innovazione Tecnologica della Provincia di Bergamo.
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L’abbattimento del capriolo radiocollarato e molti altri episodi di bracconaggio avvenuti nella zona fanno constatare come quest’anno ci sia una recrudescenza di attività illegali. Nei centri di recupero WWF per la fauna selvatica, giornalmente si registrano ricoveri di animali con ferite da arma da fuoco, con un picco proprio nei mesi da ottobre a dicembre.
La sanzione prevista per questi casi di bracconaggio è di soli 30 € non certo sufficienti a dissuadere persone che abbiano quest'interesse.
Le Guardie volontarie venatorie WWF nel pomeriggio di sabato 13 novembre, durante tre controlli, hanno fermato e denunciato due persone nella zona dove è stato ucciso il capriolo, perchè avevano cartucce a palla unica non consentite, utilizzate per le grosse prede.
La Provincia di Bergamo non ha personale sufficiente per contrastare fenomeni di bracconaggio di ogni tipo. E’ passata da una presenza di poco meno di trenta agenti agli attuali 18, e pur con tutto l'impegno di questi Agenti del Nucleo Ittico venatorio della Polizia provinciale, delle poche decine di Agenti Forestali e della vigilanza volontaria senza alcun coordinamento, non è possibile assicurare un controllo efficace del territorio, in particolare nel periodo di attività venatoria, che resta il periodo più delicato per la tutela della fauna selvatica.
Il numero di agenti previsto dal Piano faunistico della stessa provincia è quantificabile in circa 70 agenti.
Sarà presentata una denuncia contro ignoti da parte del Comando della Polizia provinciale di Bergamo, intervenuta per il recupero del radiocollare.
Per non compromettere definitivamente il progetto di studio, il WWF e i ricercatori universitari che hanno dedicato mesi di lavoro e di impegno a questo studio auspicano che gli altri animali presenti e dotati di radio-collare e marca auricolare, non vengano anch'essi abbattuti.
Sarebbe una sconfitta non solo per gli obiettivi del progetto, ma anche per tutta la comunità bergamasca, che dovrebbe prendere atto che non è in grado di tutelare il proprio patrimonio faunistico.
“Chiediamo alle istituzioni di prendere provvedimenti. Come è successo in Francia dopo l’uccisione dell’unica orsa femmina da parte di un cacciatore di cinghiali sui Pirenei, dove anche le associazioni venatorie hanno dichiarato con forza che perseguiranno i loro cacciatori qualora non rispettino le regole, anche quelle bergamasche intervengano in tal senso” ha detto Paola Brambilla Presidente WWF Lombardia.
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(11/11/2004)
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