“Parla con me”, questo il titolo del nuovo programma condotto da Serena Dandini su Raitre alle 23,20 per dieci domeniche, e in onda già da due puntate. Una specie di diretta-differita, il talk-show registrato poco prima di essere trasmesso, nel tempio sacro della programmazione Rai di tutti i tempi, il Teatro delle Vittorie.
Lei, Serena, già rivelatasi una delle più simpatiche e coraggiose intrattenitrici televisive, oltre che insostituibile spalla di grandi comici (famiglia Guzzanti inclusa), l’avevamo lasciata a seguire le orme di chissà quale Ottavo Nano. Ora, a 16 anni da quando lanciò la Tv delle ragazze, la ritroviamo qui, un po’ invecchiata, con le lenti sempre ‘a portata d’occhio’, conduttrice e autrice, seduta sul velluto di un divanetto rosso e accogliente, quello che simbolicamente vorrebbe proporsi un po’ come il senso del programma stesso. Sullo sfondo la scenografia di Maurizio Marchitelli: ritagli di quotidiani legati gli uni agli altri da fili colorati, per rimandare al film “A beautiful mind”. Niente più comici, imitazioni, scenette…solo due chiacchiere e tante riflessioni. Pensieri e parole, per intenderci.
“Dopo anni passati a intervistare personaggi immaginari, avevo un gran desiderio di dialogare con persone reali”, dice Dandini, che per dieci puntate coinvolgerà in confidenziali interviste protagonisti di mondi diversi: spettacolo, cultura, informazione, politica, sport... quasi per portare in tv ciò di cui da troppo si avverte l’assenza. Il fermarsi a riflettere, il gustare insieme le varie arti, l’osservare criticamente il contesto che ci circonda, il cercare di colmare alcuni fastidiosi vuoti. Certo sempre esorcizzando le pesantezze, e a questo, non ci sono dubbi, contribuiranno i divertenti e speziati interventi dell’ attore e comico Dario Vergassola, sempre capace di strappare al pubblico la risata, nonché la teatrale ironia della Banda Osiris, colonna sonora del programma.
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L’ambizione di voler fare cultura, fa capolino un po’ in tutti gli angoli del talk, dalle citazioni cinematografiche nel titolo (simile a “Parla con lei” di Pedro Almodovar) e nella scenografia, alla video-art di giovani autori italiani che scorre sugli schermi durante la trasmissione, ai temi trattati nelle chiacchierate-interviste: società, politica, arte, letteratura… la stessa Dandini nella seconda puntata dice “Quando la scienza va così avanti da non sapersi più rispondere, abbiamo bisogno di qualcos’altro, abbiamo bisogno di poesia”. Del resto da una che già da tempo è direttore artistico di un teatro come l’ Ambra Jovinelli, potevamo aspettarcelo.
E la satira? Beh, quella (tipica di “Avanzi”, “Tunnel” e “Bra: braccia rubate all’agricoltura”) non si lascia certo mettere da parte. Sempre pronta a spuntar fuori con le frecciatine che Vergassola lancia agli ospiti (per esempio a Raul Bova: Raul, pensi ci sia speranza per il cinema italiano, ossia quando hai intenzione di smettere?), ma anche con quei frammenti di flusso di coscienza che la Dandini stessa non riesce proprio a trattenere. Così come durante l’accomodante intervista a Pedro Almodovar (prima puntata) su cinema, televisione, sinistra spagnola e finita con un bicchiere di vino rosso, lei si è lasciata scappare un <<..ma non è che si potrebbe fare uno scambio, noi ci prendiamo Zapatero e vi diamo Berlusconi, così, tipo un Erasmus…>>.
Certo, la seconda serata è sempre seconda, certo, le “scomparse” del tipo Santoro-Guzzanti-Biagi continuano a costituire scandali del nostro sistema televisivo. E questo programma? Quante puntate resisterà prima di essere scaraventato nell’oblio? E, se durerà, cosa ci sarà dietro? Per il momento non possiamo far altro che apprezzarlo e sperare che da vacillante tentativo assuma sembianze sempre più reali.
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