VERSO UNA NUOVA COSCIENZA ECOLOGICA?
Wangari Maathai, ecologista kenyana, è il nuovo Premio Nobel per la Pace. Questo mentre la Convenzione che regola il commercio internazionale delle specie minacciate ha approvato una regolamentazione sul commercio delle stesse. E tutto ciò a pochi giorni dalla decisione Russa di ratificare il Protocollo di Kyoto...
di Daniel Tarozzi
Guerre, rapimenti, disoccupazione, crisi... Sempre più cattive notizie ci accompagnano nelle nostre giornate, facendoci venire voglia di non guardare i telegiornali e forse giustificando in parte il successo dello squallore imperante nella nostra tv.

Con tante cattive notizie, chi ha voglia di occuparsi di ambiente? Quante volte ci siamo detti: con tutto quello che succede, "quelli" vanno a piangere per un albero. Ma pensassero ai bambini!

Se solo queste persone sapessero che spesso il taglio di quell'albero è legato alla morte di un bambino... Che i ricavi di intere foreste abbattute vengono investiti in armi... Che il petrolio, alla base di molti problemi ambientali, è al centro di quasi tutte le guerre moderne. Che trovare energie pulite, alternative, significherebbe togliere ai terrorisiti un'arma, eliminare molta disoccupazione, diminuire il costo della vita e soprattutto aumentarne nettamente la qualità...

Così purtroppo non è. Noi non ci fermiamo a pensare a queste cose. E' per questo motivo che, quando tra le decine di morti e sgozzamenti spunta qualche buona notizia, noi cerchiamo di sottolinearla.

In questi giorni bui, di buone notizie ce ne sono state addirittura tre! Prima di tutto la decisione dellla Russia di ratificare il protocollo di Kyoto obbligherà finalmente i paesi firmatari al rispetto del protocollo stesso, e renderà esplicito l'isolamento degli Stati Uniti.


Poi la consegna del Nobel per la Pace ad un'ecologista convinta come Wangari Maathai, prima donna africana a ricevere l'importante riconoscimento e fondatrice nel 1977 del "Green Belt Movement", grazie al quale sono stati piantati oltre 30 milioni di alberi lungo il continente africano per lottare contro la desertificazione.

Il Premio Nobel le è stato consegnato per "l'impegno nella lotta per la preservazione dell'ambiente e la difesa dei diritti umani".

La stessa Maathai ha affermato: "La causa ecologista è un aspetto importante della pace perchè nel momento in cui le risorse si rarefanno, noi ci battiamo per riappropriarcene". Proprio la deforestazione ha rappresentato un grave problema per il Kenia, spingendo milioni di persone nella povertà.

La terza buona notizia è la decisione della Convenzione che regola il commercio internazionale delle specie minacciate di inserire il ramino nell'Appendice II della Cites. L’Appendice II consente il commercio in forme strettamente regolamentate, basate su singoli permessi di esportazione da verificare alle frontiere.

“Ora c’è una speranza che le foreste di ramino, che sono l’habitat degli oranghi e delle tigri di Sumatra, non vengano più devastate per il commercio di questo legname, destinato a cornici, finestre e battiscopa” afferma Stefano Baffoni di Greenpeace.

Con la decisione presa oggi Paesi come la Malesia, Singapore e l’Indonesia avranno lo strumento legale per fermare il traffico illegale di legname.
La Malesia, dopo svariati tentativi di bloccare gli sforzi internazionali per salvare il ramino, in seguito alle denunce presentate da Greenpeace sulla sua complicità nel traffico di ramino con l’Indonesia ha annunciato il suo impegno a contrastare questo tipo di illegalità. Ora Greenpeace chiede al governo di implementare quanto prima le misure di controllo sul ramino, e di dotarsi di strumenti legislativi per fermare il legno illegale da ovunque esso provenga.

Insomma, ogni tanto qualche buona notizia arriva. E non solo per l'ambiente...


(09/10/2004)