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IL TEMPO
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Mistero fondamentale, materia magmatica da cui emergono possibilità di esistenza, il Tempo, che, ogni giorno, sfiora la pelle degli uomini, è il protagonista della prima uscita dei Dossier di Terranauta.
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di Francesca Giomo
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Il Tempo come argomento d’apertura di un progetto il cui fine è quello di approfondire la ricerca sul mistero “uomo”. Tempo, quindi, inteso come principio iniziale, il Ritmo che suscita il “fare” o “Grande scultore”, come lo chiama Marguerite Yourcenar, la cui essenza è la moltitudine di istanti attraverso cui l’essere umano prende forma, diviene, si evolve, muore e ritorna.
Vogliamo proporre un viaggio attraverso le idee, la ricerca, l’arte, la poesia, la letteratura, la filosofia nell’istante in cui si sono fatte incantare dal fascino di questa enigmatica entità, la cui origine è avvolta da un indovinello eterno quanto vizioso: il mondo è del tempo o il tempo è del mondo?
Per parlare dell’uomo, quindi, iniziamo col parlare del flusso che lo percorre costantemente e che Platone definisce “immagine mobile dell’eternità”, nato insieme al Cielo, incarnato in passato, presente e futuro e che con il Cielo si estinguerà, se mai questo dovesse accadere.
Il Tempo, quindi, come principio totale, eterno, il cui divenire incessante è espressione di un unico respiro, quello presente e che diventa, in Sant’Agostino, estensione dell’anima.
Fuori e dentro l’uomo, il tempo scandisce le tappe della sua esistenza, ma l’uomo, nella sua “divinità”, può stabilirne la qualità e la durata. E’ anche Borges a parlarne ne Il miracolo segreto, in cui un condannato percepisce l’istante che separa lo sparo e l’arrivo della pallottola come un intero anno, in cui ha di nuovo la possibilità di terminare il dramma da lui composto rimasto incompiuto.
Si parla di un paesaggio interiore, in cui noi, esseri umani, possiamo essere i governatori assoluti: il nostro tempo, espressione vitale non separabile dalla nostra stessa essenza.
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La medesima rivelazione avviene in Proust, che, ne Il Tempo ritrovato, descrive se stesso sgomento «al sentire che tutto quel tempo, così lungo, non solo era stato vissuto ininterrottamente, pensato, secreto da me, che era la mia vita, che era me stesso, ma che inoltre dovevo tenerlo ogni momento attaccato a me, che esso mi sorreggeva, appollaiato come ero sulla sua cima vertiginosa e che non potevo muovermi senza spostarlo». Riappropriarsi del proprio tempo interno – esterno sembrerebbe significare ri-conoscersi e, quindi, esistere nella propria completezza, esaudirsi, andare verso la luce, verso la verità. Così anche nella musica, la cui forma totale si rivela nel suo incessante divenire simmetrico, anche nell’apparente asimmetria, sotteso a un ordine unico, che la accarezza senza fermarla, ma le impedisce di essere solo effimera.
Questo è il medesimo paesaggio interiore che vorremmo riuscire ad esplorare con voi attraverso interviste, citazioni, brani di letteratura, poesia, filosofia e articoli di approfondimento che, in continuo aggiornamento, costituiranno un valido materiale di scambio, nonché un ottimale punto di partenza per ricerche future.
Il viaggio inizia con una citazione da Archetipi di Elémire Zolla :
“ […]si attinge il silenzio e il vuoto, il mondo esterno e l’interiore si compenetrano, gli eventi diventano coincidenze, sincronismi. Ora il tempo si ferma. Ciò che è più intimo all’uomo è la sua percezione del tempo, ma il tempo non è tutto, benché includa lo spazio: un’astronave più veloce della luce farebbe arretrare il tempo. […]. Se il tempo è la misura del movimento, quando non lo misuriamo non esiste. Se il tempo è la coscienza del flusso delle idee, via via la loro densità aumenta, l’eternità si approssima. I bambini prima si accorgono del ritmo e dell’energia dei movimenti, e soltanto in seguito del tempo come tale. Nella meditazione profonda i conflitti diventano insignificanti e cessano, e così cessa il tempo, che altro non è che la lizza dei due opposti, passato e futuro. Nell’esperienza metafisica essi si sciolgono nell’infinito presente, che è l’apice di ogni sequenza temporale, la soluzione di tutti i problemi legati al tempo, il lampo della conoscenza in cui conoscitore e conosciuto, passato e futuro, si fondono nel conoscere. Questa fusione è la spiegazione di tutto.”
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(12/10/2007)
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