Il Natale dovrebbe essere un momento di seria riflessione… spirituale, s’intende.
Oggi però la questione è piuttosto complessa e la maggior parte della gente pensa ai regalicenonismsdiaugurituttiugualipartyvestitidababbonatale e …. che fatica!!!
Se anche voi non riuscite più a provare quel senso di calore dell’infanzia, quella gioia di quando la vostra famiglia vi sembrava perfetta (taaanto tanto tempo fa); se non fate parte di quel gruppo di fortunati che si emozionano davanti all’immagine del Bambinello, se ogni anno addobbate la vostra casa senza alcun entusiasmo… è arrivato il momento di fare una pausa.
Perché se l’argomento religioso è un qualcosa che viene dal profondo e non si può improvvisare, almeno la tradizione si può “imparare”. Come? A tavolino, studiando le origini, i perché ed i per come di tutte quelle consuetudini che, ogni anno, inesorabilmente ci accompagnano per tutto il mese di Dicembre.
Partiamo dal simbolo per eccellenza del Natale: l’albero. Per comprendere il fascino di tutti quegli aghi verdi sparsi sul vostro parquet (indice di una bassa coscienza ecologica! Perché non usare un albero finto, anziché una forma di vita morente?), occorre chiudere gli occhi (meglio…) e pensare alla nascita di questa usanza.
Il primo albero addobbato della storia viene dal nord, precisamente dalla città di Riga. Siamo nel 1510 e le decorazioni consistono in candele, dolcetti allo zenzero, arance ed altra frutta colorata.
A Vienna il primo albero fa la sua comparsa nel 1816 ed in Francia arriva nel 1840 per volere della duchessa di Orleans. La regola inizia a diffondersi nei primi anni del Novecento ma è nel dopoguerra che si registra un vero e proprio boom. E così oggi quella dell’addobbo è una vera e propria industria ed al posto dei dolcetti profumati adorniamo i nostri abeti con file di luci colorate al suon di Jingle Bells. Ma sarà proprio la stessa cosa?!?
Passiamo al calendario dell’Avvento. Questo misterioso oggetto accompagna l’Attesa di ogni bambino per poi sparire (tranne che per qualche fortunato “bamboccione”) con l’arrivo dell’adolescenza. La storia anche in questo caso ci porta al nord; siamo nella Germania di fine ‘800 e la consorte del Pastore Lang, per quietare il figlioletto impaziente di ricevere i doni natalizi, costruisce 24 scatoline e vi deposita un dolcetto; uno al giorno da gustare in attesa del Natale.
Il Pastore decide, nel 1906, di lanciare sul mercato il primo calendario dell’Avvento ottenendo un grandioso successo che arriva fino ai giorni nostri. Se anche voi avete nostalgia delle “24 finestrelle delle sorprese”, sappiate che potrete ritrovarle in “versione adulta” presso diverse località che hanno deciso di trasformare in giganteschi calendari intere facciate di edifici. Qualche esempio? La facciata del palazzo dell’astronomo Max Valier a Bolzano, o il palazzo in Piazza Municipio a Brunico.
Ma veniamo al pezzo forte di ogni Natale che si rispetti: il presepe.
La parola appare per la prima volta nel Vangelo di San Luca col significato di “mangiatoia”. San Francesco, nel 1223 decide di celebrare nel paese umbro di Greccio la nascita di Gesù; grazie alla partecipazione degli abitanti del luogo dà così vita al primo presepe vivente della storia, che ancora oggi richiama turisti da tutto il mondo.
L’invenzione del presepio vero e proprio è però di Arnolfo di Cambio, che nel 1280 ne scolpisce uno ancora oggi conservato nella Cappella Sistina di Santa Maria Maggiore a Roma. Nel XV sec si diffonde l’uso di collocare nelle chiese grandi statue permanenti ma è solo nel XVII sec che le statuine arrivano nelle case, dei nobili ovviamente. Nel XVIII sec a Napoli iniziano delle vere e proprie gare tra famiglie per avere il presepe più bello; nasce una tradizione artigianale di cui ancora oggi la città partenopea detiene il primato.
E adesso, che avete studiato e non rischiate di restare “a corto di argomenti”, godetevi almeno un pizzico di felicità natalizia e dedicatevi ai vostri cenoni… Buon Natale a Tutti!!!
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