Se “una mela al giorno leva il medico di torno”, come recita il celebre proverbio, due biscotti al dì tolgono di torno il chirurgo estetico. Di questo almeno è convinta un’azienda giapponese che ha recentemente inventato dei prodigiosi biscotti che (si badi bene… da ingerire non da infilare nel reggiseno) apporterebbero un aumento del seno di, udite udite, una o due taglie.
Braccio di Ferro ci ha insegnato che gli spinaci possiedono la magica virtù di trasformarci in muscolosi supereroi, gli spot ci garantiscono che somigliare ad una miss è facile come bere un bicchier d’acqua (letteralmente), ma questa dei biscotti effetto push-up ci mancava ancora.
È Internet, oceano di notizie e scrigno di infiniti segreti e consigli più o meno attendibili, ad informarci dell’esistenza di tale “miracolosa” merendina.
“Vuoi avere un bel seno? Vuoi una figura a clessidra?”: ecco come la compagnia del Giappone tenta di invaghire i consumatori. Leggiamo anche: “vuoi che il tuo ragazzo sia orgoglioso di te?”… e pensare che noi donne ci preoccupavamo di essere brillanti, premurose, affettuose e passionali… non potevano avvertirci prima che bastava mangiare un biscottino per rendere fiera di noi la nostra dolce metà?
Chissà poi cosa ne pensano tutte quelle “povere” signore e signorine (e i loro portafogli) che hanno pianto sotto i ferri dei chirurghi…
Al di là di tali semi-serie considerazioni, inevitabilmente suscitate da un prodotto quanto meno bizzarro, prima di affrettarci a bruciare coppe e cuscinetti dei reggiseno proviamo a capire da cosa deriverebbero gli eventuali superpoteri del magico biscottino.
Per correttezza ed esaustività di notizie (ed anche perché, lo confesso, stavo iniziando a fantasticare sugli effetti promessi dalla nuova trovata giapponese) ho approfondito le ricerche a riguardo.
Fra gli ingredienti degli strabilianti dolcetti vi è la Pueraria Mirifica, pianta che cresce nel nord della Thailandia, ricca di fitoestrogeni. Proprio questi ultimi sarebbero i responsabili delle inimmaginabili virtù di questo apparentemente semplice biscotto.
I fitoestrogeni, sostanze naturali contenute nelle piante, vengono così definiti perché hanno azioni e strutture simili a quelle degli estrogeni, ovvero dei principali ormoni femminili, effettivamente responsabili della formazione dei caratteri sessuali secondari nelle donne, ovvero il seno e l’allargamento del bacino. I fitoestrogeni vengono anche detti “estrogeni deboli” perché la loro potenza è estremamente più lieve rispetto a quella degli estrogeni prodotti dal corpo umano. Pare che tali sostanze provenienti da piante, vegetali e frutti (per esempio soia, carota, uva o limoni) rappresentino un valido aiuto contro alcuni disturbi tipici della menopausa.
Inoltre, studi sulle popolazioni cinese e giapponese, che ingeriscono grandi dosi di fitoestrogeni, grazie alla loro alimentazione ricca di soia, hanno dimostrato una rilevante riduzione del rischio di osteoporosi, malattie cardiovascolari e tumori rispetto a noi occidentali.
A questo punto la domanda, come direbbe qualcuno, sorge spontanea: se i fitoestrogeni, secondo ciò che dichiarano i responsabili dell’azienda giapponese, determinano un notevole aumento di volume del seno, perché allora le donne cinesi e giapponesi, che di tali sostanze sono grandi “mangiatrici”, non rispecchiano il prototipo della maggiorata? La risposta è: per ottenere risultati in tal sen(s)o, occorrerebbero grandi quantità di fitoestrogeni, in questo caso molte confezioni di biscotti, ma non esistono dati certi riguardo i rischi e le possibili conseguenze di una simile abbuffata (ad eccezione della prevedibile impennata dell’ago della bilancia).
Ed ecco così crollare le timide speranze che per un attimo le meno prosperose avevano nutrito. Chi di loro stava già pregustando il sapore dei magici biscottini resterà deluso: potrà solo ricorrere ai già noti e collaudati sistemi o pregare con fervore S. Giuseppe “piallatore” o accettarsi “come mamma l’ha fatta”…
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