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L’ITALIA E GLI OGM. INCROCI SI', INCROCI NO
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Ogm. C'è ancora chi sostiene che è indispensabile passare agli Ogm, chi, invece, continua a tenere duro e dice "No"!
L'ultimo incontro sul tema si è tenuto a Roma e...
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di Alessandra Profilio
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OGM: tre lettere a cui associamo una moltitudine di esperimenti, teorie, critiche e consensi che hanno contrassegnato il settore della ricerca scientifica negli ultimi decenni.
L’ultima puntata di questa lunga serie di incontri/scontri in tema di biotecnologie è stata diretta da SAgRI (salute, agricoltura, ricerca), coordinamento tra ricercatori e associazioni, promotore di un incontro tenutosi il 13 Novembre a Roma. Elogiato o demonizzato, rifiutato o sostenuto… cos’è l’Ogm?
L’Ogm, organismo geneticamente modificato, è un essere vivente che possiede un patrimonio genetico modificato attraverso tecniche di ingegneria genetica che permettono l’aggiunta, l’eliminazione o la modifica di elementi genici (animali, vegetali o umani).
Sebbene le modificazioni genetiche esistano da millenni, sia in natura sia per opera dell’uomo, queste non rientrano nel concetto di Ogm, il quale fa riferimento esclusivamente alle modificazioni apportate dall’uomo attraverso l’ingegneria genetica.
La storia degli Ogm, dalla “nascita” del primo nel 1973, è accompagnata da numerosi e accesi dibattiti riconducibili a due teorie contrapposte: posizione favorevole di coloro che sono convinti delle virtù degli Ogm e posizione contraria, di chi invece li considera inadatti per l’agricoltura e pericolosi per la salute e per l’ambiente.
Molti paesi hanno intrapreso e portato avanti la coltivazione di Ogm, mentre in Italia, dopo una iniziale fase di apertura, questa è stata vietata perché ritenuta dannosa in termini ambientali, salutistici ed economici. Si tratta semplicemente di una “biotecnofobia” diffusa nel nostro paese o, al contrario esistono valide ragioni che giustifichino tale presa di posizione?
L’ultima battaglia a colpi di geni fra pro e contro ogm ha avuto luogo proprio in questi giorni.
In prima linea fra gli oppositori , Mario Capanna, attualmente presidente del Consiglio dei Diritti genetici e principale promotore della Consultazione nazionale che dal 15 Settembre al 15 Novembre (prolungata al 9 Dicembre) invita a votare tutti gli italiani contrari agli ogm.
Quasi allo scoccare del termine della Consultazione (che secondo i responsabili ha raccolto fino ad ora tre milioni di firme per impedire all’Italia di coltivare e commercializzare prodotti geneticamente modificati), martedì 13 Novembre, ricercatori e agricoltori schierati invece a favore delle biotecnologie agrarie, perchè convinti del miglioramento che la modificazione genetica apporta alle colture, hanno invitato tutti i liberi pensatori a partecipare ad un dibattito in tema di Ogm.
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L’appuntamento dal titolo “Liberi con gli OGM. Per un’agricoltura senza pregiudizi e bugie” è stato organizzato dal SAgRI con lo scopo di “provare a stabilire una comunicazione con l’opinione pubblica, finora male informata sugli Ogm”.
Il Sagri definisce “tragica” la situazione italiana in campo agroalimentare ed economico contestando il divieto vigente nel nostro paese di ricerca scientifica, coltivazione e commercializzazione di prodotti Ogm che in realtà non comporterebbero nessun tipo di rischio, ma soltanto benefici.
In primo piano, a sostegno della validità delle coltivazioni Ogm è il mais, di cui non mancano in sala due classici rappresentanti, ovvero due pannocchie: una di mais tradizionale, l’altra di mais geneticamente modificato. Il confronto fra i due tipi, infatti, è stato nel 2005 al centro di un esperimento che Tommaso Maggiore dell’Università di Milano ha eseguito per conto dell’INRAN, l’Istituto per la nutrizione dipendente dal ministero dell’Agricoltura.
Il SAgRI denuncia lo “scandalo” e l’inadempienza delle istituzioni nel non aver divulgato, o almeno non in modo esauriente, i risultati di tale esperimento, risultati che avrebbero rilevato un aumento di produttività di oltre il 40% apportato dal mais Bt rispetto al mais tradizionale. Quest’ultimo, inoltre, presenterebbe una percentuale più elevata di fumosinine, microtossine che inducono, tra l’altro, il tumore all’esofago.
Oltre a denunciare questa grave omissione di informazioni i ricercatori intervenuti al dibattito contestano fermamente il divieto agli Ogm in quanto “attentato alla libertà della scienza”, “causa di danno economico per l’agricoltura, ostacolo alla ricerca e all’evoluzione” e “crimine di un paese che decide di castrarsi”.
Oscurantismo e ostracismo ingiustificati nei riguardi degli Ogm sono quindi i principali bersagli del SAgRI che non ammette il “no” a dei prodotti di cui non si conoscono rischi o conseguenze negative. Secondo Luciano Caglioti, del Comitato Biosicurezza, la nostra nazione non rifiuterebbe soltanto gli Ogm ma le tecnologie nella loro totalità, restando così arretrata rispetto agli altri paesi.
Lo stesso Caglioti conclude l’incontro esprimendo l’auspicio di una mobilitazione del mondo scientifico per migliorare la situazione. D’altra parte una mobilitazione, ma in senso contrario, proviene dalla Francia dove il neo presidente Sarkozy ha deciso la sospensione degli Ogm.
“Il prodotto biologico del futuro è un prodotto Ogm”, afferma il Sagri.
“Il prodotto del futuro è un prodotto Ogm?”...ci interroghiamo noi.
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(15/11/2007)
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