DIMAGRIRE CON LA MENTE. NIENTE PIU' RINUNCE
Siete pronti a scoprire come perdere peso abbandonando qualsiasi dieta? Nel libro di una psicologa e bioingegnera americana ecco svelate le strategie vincenti per risolvere i problemi di peso e i consigli per nutrire al meglio il proprio spirito.
di Laura Bonaventura
“Un problema di peso non riguarda il peso” è l’enunciato base di “Dimagrire con la mente”*, un libro illuminante sulle reali motivazioni del sovrappeso e sulla strategia da adottare per risolvere una volta per tutte la lotta quotidiana con la bilancia: fidarsi della propria intuizione, riprendere contatto con il proprio spirito e fornirgli vero nutrimento.

Abbandonare qualsiasi tipo di dieta è il primo passo verso la libertà, afferma l’autrice, perchè per risolvere il problema del proprio peso è necessario ascoltare la propria saggezza interiore. Ecco dunque le strategie vincenti per superare i disordini alimentari:

1)Adottare un atteggiamento interiore positivo: essere magri non è una condizione per essere felici, bensì il contrario; è necessario quindi occuparsi della propria felicità e cominciare ad agire COME SE non si fosse mai avuto un problema di peso, per essere felici subito, senza condizionamenti;

2)liberarsi delle proprie paure di libertà: i problemi di peso ci sono familiari, mentre la libertà è sconosciuta; per essere liberi è necessario divenire consapevoli e superare la paura di essere veramente se stessi;

3)liberarsi dall’attenzione per il problema del peso: è importante concentrarsi su ciò che si desidera veramente, imparando a sentire l’essenza di ciò che si vuole, mascherata dietro il desiderio ossessivo di dimagrire; altrettanto utile sarà imparare a formulare i propri desideri usando il verbo “scelgo”, anziché “voglio”, per attivare il desiderio nel presente;

4)buttare via la bilancia: diradare al massimo il controllo del peso consente di concentrarsi sui veri cambiamenti interiori che si vogliono mettere in atto; accettare il proprio corpo così com’è porta a desiderare di prendersene cura, cercando di capire ciò che davvero lo fa stare bene;

5)acquisire consapevolezza del perchè si mangia: quali sono le motivazioni che spingono a mangiare? a) bisogno fisiologico; b) desiderio fisico, ossia la voglia di mangiare dovuta a fattori esterni scatenanti, quali la vista o l’odore del cibo, il rumore di persone che mangiano, ecc.; c) desiderio emotivo, ossia il desiderio che spinge a mangiare per gestire le proprie emozioni, come ad esempio stress, rabbia, noia, frustrazione, ansia, depressione, paura o senso di colpa, delle quali si può essere o no consapevoli; quando si mangia per desiderio emotivo non ci sono i sintomi della fame e della sazietà, si desidera mangiare all’infinito perchè nel cibo si sta cercando consolazione e sicurezza.
Le persone con problemi di peso mangiano circa il 75% delle volte per desiderio emotivo, il 20% per desiderio fisico e il 5% per bisogno fisiologico; quelle naturalmente magre sono invece stimolate per il 75% dal bisogno fisiologico, per il 20% da desiderio fisico e per il 5% da desiderio emotivo.
Quando si avverte la voglia di mangiare è quindi importante fare una verifica interiore, domandandosi perchè si sta per rivolgersi al cibo, e, se si comprende di essere motivati da desiderio psicologico, cercare di affrontare le proprie emozioni in altri modi, mentre se all’origine c’è il desiderio fisico, come ad esempio accade al buffet delle feste, scegliere il cibo che piace di più e mangiarne una piccola quantità, godendosela completamente e senza sensi di colpa. L’importante infatti è fare scelte consapevoli;

* McCubbrey Dorie, Dimagrire con la mente, ed. red!


6)comprendere intuitivamente quanto mangiare: chi è in sovrappeso è sempre ossessionato dal calcolare le porzioni e perde il contatto con la capacità del proprio corpo di scegliere la quantità di cibo giusta per sé. Mangiando lentamente sarà anche più facile percepire lo stimolo della sazietà, che per motivi fisiologici compare venti minuti dopo l’inizio del pasto;

7)comprendere intuitivamente che cosa mangiare: chi è a dieta cerca sempre di mangiare ciò che pensa dovrebbe mangiare, ignorando ciò di cui ha veramente fame, ma poi finisce per fare una scorpacciata di cibi proibiti. Ascoltando la propria intuizione si è invece in grado di capire quale cibo soddisferà al meglio i propri bisogni fisiologici;

8)dimenticare le indicazioni delle diete: non esistono alimenti “buoni” o “cattivi”; essere ossessionati dalle regole dietetiche porta inevitabilmente a ribellarsi abbuffandosi, senza piacere e carichi di sensi di colpa per aver “sgarrato”; è bene invece imparare a mangiare tutti i cibi, dandosi il permesso di mangiare piccole quantità di ciò che si desidera, senza per questo sentirsi dei falliti;

9)liberarsi dall’attaccamento emotivo al cibo, ossia imparare ad esprimere le proprie emozioni in modo sano: chi è in sovrappeso ha quasi sempre perso il contatto con le proprie emozioni, dato che le soffoca automaticamente con il cibo. Imparare a provare emozioni e successivamente ad esprimerle in modo sano non è un processo facile, né piacevole, ma è l’unico modo per risolvere il problema dei disturbi alimentari. Quando le emozioni vengono in superficie all’inizio fanno paura, ma successivamente si scopre che, se vengono accolte, si attenuano spontaneamente: più si permette a se stessi di sentire i propri stati d’animo, meno si ha bisogno di ricorrere al cibo per soffocarli, mentre si riesce a cercare ciò di cui si ha veramente bisogno: una pausa dal lavoro, del riposo, una chiacchierata con una persona amica, una passeggiata, ecc.
Il cibo sembra offrire consolazione e sicurezza, ma non risolve i problemi, li nasconde solo temporaneamente e li restituisce con gli interessi: è quindi fondamentale divenire consapevoli dei fattori emotivi che scatenano la voglia di mangiare e trovare un’alternativa al cibo;

10)abbandonare i programmi di esercizio fisico: invece di studiare cosa si dovrebbe fare, occorre cominciare a chiedersi: “Che cosa mi piacerebbe fare?” perchè l’attività fisica deve essere prima di tutto divertimento.
Chi ha problemi di peso considera l’attività fisica come un dovere, conta i minuti per rispettare delle tabelle predefinite e alla fine molla tutto lasciandosi andare alla sedentarietà più completa. Ascoltando la propria sapienza interiore si sentirà invece con certezza quanto esercizio fisico fare e quale scegliere, sempre in un’ottica di moderazione;

11)eliminare gli altri ostacoli: imparare a circondarsi di tutto ciò che può sostenere, dalle persone positive agli impegni che si ritengono davvero importanti per sè; in questo percorso si dovrà fare qualche passo difficile e rinunciare a qualcosa, ma si otterrà la serenità e la capacità di vivere nel presente;

12)vivere una vita intuitiva: per avere una vita appagante non è necessario essere magri, bensì essere capaci di andare oltre i modelli dominanti e concentrarsi su ciò che si desidera veramente, con un atteggiamento ottimista che ci aiuterà a realizzare i nostri desideri, senza sforzo.


La preoccupazione per il benessere del corpo e per una corretta nutrizione dilaga. Ma allora da dove viene la fame insaziabile che le abbuffate non riescono a saziare e che l’astensione dal cibo non riesce a negare? Questa fame viene dal nostro spirito: se saremo capaci di nutrire adeguatamente l’essenza più intima di noi stessi la renderemo libera e leggera, e il nostro fisico la rispecchierà.

Ecco quindi i cinque principi che rappresentano il “nutrimento dello spirito”:

1)amare il proprio io: ossia vedere con lo spirito, dall’interno verso l’esterno, amare se stessi come totalità di spirito, mente e corpo, senza condizioni, indipendentemente dalle circostanze;
2)essere fedeli al proprio io: ossia pensare dall’interno verso l’esterno e fare le scelte conseguenti; le scelte dello spirito portano pace, mentre le scelte del mondo portano stress, ansia, depressione e problemi di peso. Quando si deve prendere una decisione è necessario chiedersi: “E’ la voce del mio spirito o la voce del mondo a guidare la mia scelta in questo momento?”;
3)esprimere se stessi: ossia sentire con lo spirito, dall’interno verso l’esterno, lasciare che le emozioni fluiscano. Depressione, ansia, collera e paura sono definite “emozioni cattive” e si cerca di ricacciarle indietro: esse invece inviano messaggi importanti e se vengono rifiutate si accumuleranno nel corpo, esprimendosi anche con sintomi fisici, come mal di testa, raffreddori, dolori, malattie, disturbi alimentari. Le emozioni vogliono solo che il loro messaggio sia ascoltato: quando le lasciamo scorrere, trovano un naturale equilibrio;
4)donare al proprio io: ossia agire secondo le direttive del proprio spirito, cambiando le priorità in modo da dedicarsi a ciò che è veramente importante per sé, prendere decisioni che appagano la propria anima, andare incontro alle proprie vere necessità, per poter poi, colmi di benessere interiore, donare agli altri;
5)credere nel proprio io: essere dall’interno verso l’esterno, essere davvero se stessi, essere sicuri di sé, puntare la fede nella direzione del proprio spirito, perchè il proprio io è la migliore guida che si possa avere in ogni difficoltà.


(14/11/2007)