1935, Inghilterra. Un terribile fraintendimento da parte della piccola Briony, sorella di Cecilia, scatena un dramma in seno ad una famiglia. La prima conseguenza sarà il distacco tra Cecilia e Robbie, appena innamoratisi l’uno dell’altra. Condannato al carcere, ne uscirà solo grazie alla sua partecipazione in guerra, dopo 4 anni.
Alla base di questo meraviglioso film di Joe Wright che segue la scia del primo, Orgoglio e pregiudizio, sempre con Keira Knightley come protagonista, è il bestseller omonimo di Ian McEwan. La strada tracciata dal romantico connazionale Ivory (Casa Howard, La contessa bianca) è maestra nel guidare il giovane Wright, approdato con questa sua secondo pellicola alla 64° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia.
Il titolo in originale, sia del film sia del romanzo, è Atonement, uno dei pochi termini teologici che derivano dall’inglese e che in principio voleva dire riconciliarsi. Ed è nella ricerca continua di una riconciliazione che si stempera la colpa, quella di Briony, di aver ecceduto con la fantasia e l’impulsività con la sua accusa contro Robbie. L’espiazione del titolo conduce la piccola Briony, tredicenne intepretata da Saoirse Ronan poi da Romola Garai, ad indagare le forme della verità e della realtà, innescando meccanismi perversi che soltanto la fantasia a volte può mettere a tacere o reinventare. L’incalzante battere della macchina da scrivere, non solo di Briony, lo sottolinea dall’inizio alla fine. Il pizzicare delle dita sui tasti intesse con un ritmo da thriller l’incisiva e drammatica musica di Dario Marianelli.
La pellicola, montata egregiamente da Paul Tothill, non perde colpi e gli fa da sfondo la scenografia di un’altra conoscenza di Wright, Sarah Greenwood, insieme alla costumista Jacqueline Durran. Marianelli, insieme alle ultime due, hanno ricevuto nominations all’Oscar proprio per il precedente film di Wright, Orgoglio e pregiudizio. Keira Knightley e James McAvoy nelle rispettive parti di Cecilia e Robbie, conducono l’intero film ad un susseguirsi di scene drammatiche che si integrano alle emozioni tese create dall’intera produzione, in perfetto costume anni ’30 e ’40. Gli attori, amalgamandosi con la campagna inglese dello Shropshire, rievocano panorami e giardini di lussureggiante vastità quasi atemporale. Da evidenziare l’apporto di Vanessa Redgrave, icona del cinema mondiale, per la parte di Briony da anziana.
|
|