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ADDIO HANS RUESCH IL VOLTO SVIZZERO DELLA LOTTA ALLA VIVISEZIONE
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Il 28 agosto 2007 a 94 anni muore a Massagno, sulle rive del lago di Lugano, uno storico sostenitore del movimento antivivisezionista. Muore il volto del "no" alle violenze sugli animali in nome della scienza al cui proposito lui stesso disse: "L'industria farmaceutica è grande e potente come l'industria delle armi. Con la differenza che la guerra finisce, la malattia no finché c'è qualcuno che la tiene in vita".
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di Azzurra De Paola
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Hans Ruesch, nato a Napoli da genitori svizzeri, nacque nel maggio 1913 e dopo aver frequentato le scuole dell'obbligo in Italia tornò nel suo paese d'origine per completare gli studi.
Dopo una pausa di otto anni, durante i quali ha viaggiato per l'Europa e l'Africa, finì per emigrare nel 1938 negli Stati Uniti per proseguire la sua carriera letteraria iniziata in precedenza: nel 1937; infatti, in Svizzera era apparso il suo primo romanzo in lingua tedesca dedicato alla sua grande passione per le corse d'auto.
Finita la guerra, nel gennaio del '46 tornò nella sua città natale devastata dai bombardamenti e qui scrisse un romanzo dal titolo "I mamma è papà"; nel '50 uscì negli Usa il suo romanzo "Top of the world", conosciuto in Italia come "Paese dalle ombre lunghe", di cui poco dopo uscì il seguito "Paese dalle ombre corte" e "Ritorno alle ombre lunghe".
Dopo questi anni dedicati alla scrittura si dedicò interamente alla lotta contro la vivisezione, condotta con il pretesto della ricerca medica: con l'escamotage di aver studiato per alcuni anni medicina e di aver curato per una casa editrice una collana dedicata alla salute, porta avanti con fierezza le sue convinzioni sulla lucrosa truffa della vivisezione finalizzata alla continua raccolta di fondi per una presunta ricerca medica che, non solo è inutile e violenta, ma addirittura scorretta: egli stesso spiega che malattie come il diabete o il cancro sono aumentate da quando la vivisezione è diventato l'unico strumento di ricerca scientifica.
Nel 1975 il suo impegno nella lotta alla vivisezione lo porta a fondare il CIVIS (Centro di Infromazioni Vivisezionistiche Internazionali Scientifiche) con sede in Svizzera.
In merito, nel 1976, Ruesch scrisse il suo ultimo testo letterario "Imperatrice nuda" nel quale espone con chiarezza le sue opinioni a riguardo: nel libro, lo scrittore affronta il problema della vivisezione dal punto di vista storico, etico e scientifico indicando nomi e prove specifici a sostegno della sua tesi.
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"Con questa opera Ruesch ha compiuto un'azione rivoluzionaria nel campo scientifico ed etico, raccontando le contraddizioni e gli orrori della sperimentazione animale e gettando le basi del movimento antivivisezionista che negli anni a seguire ha raccolto un numero sempre maggiore e convinto di sostenitori - dichiara Roberta Bartocci, responsabile nazionale LAV settore vivisezione - In ricordo di questo Maestro, invitiamo i giovani o coloro che non avessero ancora letto "Imperatrice Nuda" ad avvicinarsi a questa opera, per comprendere cosa accade realmente in un laboratorio di sperimentazione e quanto la vivisezione possa essere dolorosa per gli animali, quanto ingannevole per i malati: un tema complesso che in realtà interessa tanto le istituzioni, scientifiche e politiche, quanto ogni singolo cittadino”.
Nonostante una lunga e sfibrante malattia che lo ha portato alla morte, nel 2006 Hans Ruesch è riuscito a scrivere il suo testamento spirituale e la continuazione di quella lotta alla crudeltà contro gli animali "Le figlie dell'imperatrice".
Alcune persone hanno il potere di rendere migliore il mondo in cui vivono, nonostante gli orrori e le brutture di cui l'umanità è protagonista. Ed è a queste persone che dobbiamo almeno un pensiero profondo.
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(06/09/2007)
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