LA STORIA DI CAMERON MACAULAY
IL BIMBO CHE SI RICORDA...

Cameron è un giovane scozzese che si ricorda di una vita che non è quella che sta vivendo oggi...La storia di Cameron è la storia di un ricordo lontano, che ci porta a toccare le nostre origini, se solo lasciamo che questo sia...
di Francesca Giomo
Su internet ancora poco o niente, se non un articolo ripreso più volte da La Stampa, sulle testate on.line dei quotidiani più importanti d’Italia nemmeno un cenno. Solo un breve servizio sul TG2 , in mezzo ad altre notizie quotidiane, ha raccontato l’incredibile storia di Cameron Macaulay, il bambino di sei anni che si ricorda della sua vita precedente.

Cameron oggi vive a Clydebank, una cittadina vicino a Glasgow, con sua madre e suo fratello.
Fin da quando aveva tre anni, però, Cameron parlava a sua madre di una casa bianca con davanti il mare, di un cane maculato e di una macchina nera. Spesso capitava che il bimbo, quando era più piccolo, chiedesse che fine avessero fatto la macchina e il cane.

Norma, la madre, lo ascolta stupita, senza capire di cosa si tratti, ma i racconti di Cameron si fanno sempre più dettagliati, è lei stessa a testimoniare che: “Aveva tre anni quando si mise a raccontarmi le storie dei suoi compagni di Barra, un’isola a 300 chilometri di distanza…Parlava dei suoi fratelli, dei capelli lunghi e castani di sua madre che gli leggeva un grande libro su Dio e di come suo padre, un certo Shane Robertson, fosse morto investito sulle strisce pedonali. Ero sconvolta».

Fino a quando Norma si accorge che i racconti di Cameron hanno una nota malinconica che lo porta a rimpiangere la sua vita passata: «Iniziò a lamentarsi perché nell’altra casa aveva tre bagni, mentre noi ne abbiamo solo uno…nell’altra vita trascorreva i pomeriggi giocando sulla scogliera dietro casa e perché con l’altra famiglia viaggiava molto, mentre noi non siamo mai usciti dalla Scozia».

Quando Cameron raggiunge i sei anni la situazione è tale che Norma decide di portarlo a Cockleshell Bay, proprio nell’Isola di Barra, accompagnata dal Prof. Jim Tucker, direttore della clinica di psichiatria infantile della Virginia University, che da tempo si occupa di casi di reincarnazione “ricordata”.

Nell’Isola di Barra Cameron riconosce la casa bianca e, attraverso alcune ricerche, ritrova le foto del cane maculato, della sua famiglia precedente e della famosa macchina nera.
“Cameron era raggiante - racconta la madre - Trovò l’entrata segreta della casa che tante volte aveva disegnato …”.
Il tutto è stato filmato da una telecamera.

Anche Cameron da allora è diventato un caso del Prof. Tucker, il quale afferma che da quando hanno aperto il sito per fini di ricerca su vite precedenti, sono già 100 le storie simili a quella del bambino scozzese.

Tucker afferma che: «Nel 70% dei casi i bambini ricordano morti avvenute in circostanze non naturali, incidenti o episodi traumatici». Eventi a causa dei quali sembra che memoria ed emozioni sopravvivano alla morte fisica. E’ tutto da vedere ancora, però, cosa siano queste “memorie ed emozioni”. A proposito lo psichiatra parla di “coscienza”: «La morte improvvisa del padre è stato un trauma per Cameron. E questo suggerisce che la sua coscienza non è un prodotto del cervello, ma piuttosto un’entità distinta, capace di sopravvivere anche dopo la morte del corpo».
La ricerca continua...

Intanto questa è la storia della reincarnazione di Cameron, che assomiglia moltissimo a quella di Shanti Devi (vedi link a destra), raccontata da Sture Lonnerstrand. Solo che la storia di Shanti viene dall’India, paese dove tutto è possibile, paese lontano dove “chissà se è vero”…
Questa volta, invece, il bimbo reincarnato è scozzese, potrebbe essere uno dei nostri figli, un collega, un vicino di casa. Nonostante questo i media parlano ancora di “il reincarnato” senza riuscire a vedere la possibilità che la storia di Cameron sia la storia di noi tutti esseri umani.

Il reincarnato non è una razza speciale, è una possibilità dell’uomo e di questa possibilità ne abbiamo, a quanto pare, le prove…
Il Prof. Tucker parla di almeno 100 storie di persone che si “ricordano”.

Il fatto sconvolgente è continuare a guardare a Cameron come all’ennesimo “fenomeno”, indi per cui finito lo stupirsi per il “fenomenale” rischia di "morire" anche la sua testimonianza. Oggi, l’assenza di prime pagine con la sua storia, l’assenza o il secondo ruolo della notizia nei Tg, almeno in Italia, significa che dell’”Uomo” a nessuno importa più. Tutto questo dimostra come siamo felici di “dormire” su ciò che “sappiamo già”.

Ciechi verso altre possibilità di esistenza, feroci nel nostro rimuginare il dolore, ostinati nel riportare cronache su cronache di morti, feriti, tragedie, senza mai e poi mai chiederci “cosa c’è dietro quello che vediamo e quello che viviamo”. Siamo talmente sordi ai richiami della realtà, della vita, talmente poco incuriositi da ciò che va fuori dagli schemi mentali millenari dentro cui siamo avvolti, che Cameron e la sua storia, come quella di Shanti Devi e altri come "loro – noi", verranno dimenticati nella quotidianità, verranno archiviati dai media, seppelliti nell’indifferenza.

E’ vero questo? Spero di no, spero che scienziati come il Prof. Tuckman siano sempre più numerosi (e, in fondo, so che lo sono) spero che Cameron continui a “ricordarsi” e che prima o poi al posto di enormi titoli di cronaca nera e politica in prima pagina, possa comparire un titolo come “L’Uomo e le sue infinite possibilità di essere” e che tutti possano capire che non si tratta di un articolo di filosofia…

Foto dell'Isola di Barra di John McPherson, particolare e immagine intera, dal sito www.travellersociety.it


(19/07/2007)