Lusso, relax, tanta qualità, tessuti all’avanguardia e tanta leggerezza. Dalle passerelle di moda maschile l’invito è: signori rilassatevi e mettetevi comodi! Indossando magari una giacca di rafia colorata e, quindi, tessuti ispirati alla natura oppure qualcosa di tecnologico ma estremamente leggero. Sono davvero impalpabili i materiali di Fendi che creano giochi di luci e ombre o sono riflettenti di nylon di seta, vela cotono cerato, tecno-organza. Comodi anche i pantaloni stile jogging sotto giacche o giubbotti fluidi e destrutturati; bianco, ghiaccio e grigio catrame i colori di tendenza.
Lavora sulla leggerezza anche Trussardi che per il suo uomo sceglie un look tipicamente militare ma alleggerendolo con tessuti mischiati alla seta e resi lucidi, morbidi e leggeri.
E poiché niente è più confortevole dello sport man, da Iceberg l’ispirazione arriva dal mondo del tennis: sì perciò ad un abbigliamento easy, con polo a completare tanto un pantalone elegante quanto un jeans e giubbotti sopra ogni tipo di pantaloni.
Si ispira invece al diving Alessandro Dell’Acqua che sotto il giubbotto-muta propone una camicia a velo color carne e, sopra lo smoking, una microrete da pesca.
Destinati, invece, a chi non ha problemi di portafoglio le giacche e i giubbotti proposti da Scirò: nappa trattata con il sale marino e coccodrillo traforato. Perché? Perché è più leggero, ovvio!
E pesa soltanto 100 grammi il pullover di cachemire di Malo realizzato con un filo lungo 4 mila metri e lavorato con un particolare telaio. Un magia della tecnica che, peraltro, ha il pregio di conservare la temperatura corporea.
Proposte per intenditori, insomma, come l’ultimo modello di borsa da lavoro di Tod’s o il mocassino che si piega ma non si spezza.
Di gusto retrò anche il papillon rilanciato da Moschino che sotto l’abito propone una t-shirt dedicata alla mamma. D’altra parte, non si dice che gli italiani sono tutti mammoni?
Quindi, una babele di stili dove tutto è possibile e, soprattutto un uomo bello curato e palestrato, con il fisico scolpito dall’abito aderente, la borsa a mano come lei, il gilet indossato a pelle.
Sulle passerelle c’è posto per tutti, dal fusto porta che non deve chiedere mai di Vivienne Wetwood che gira con la cornice a tracolla, forse per esibire la sua passione per l’arte, al dandy in braghe ricamate di rose o pantaloni con il cavallo che più basso non si può.
Torna il gilet, simbolo di eleganza per Carlo Pignatelli che si rifà allo stile british ed esplora tutta la gamma dei colori pastello. Gilet ma anche tante bretelle e papillon: divertenti e colorati quelli di Etro, un revival come le scarpe bicolori ed anche un vezzo come la cravatta portata con la polo di maglia. Da segnalare il ritorno della sahariana realizzata da Belstaff anche con i tessuti tradizionali. Sicuramente, però, il modello più gettonato sarà quello disegnato da Brad Pitt che insieme a Gorge Clooney e Matt Damon è impegnato in una fondazione che combatte il genocidio in Dahrfur.
Moda ma anche solidarietà e rispetto per l’ambiente: i jeans di Girbaud sono invecchiati con il sole e, a proposito del denim, c’è da dire che questo capo non tramonta mai, sia pur rinnovato nei colori e nelle forme. Dal modello a strati a quello con il risvolto, da quello tempestato di bulloni e viti della D&G a quello termo-saldato o senza cuciture. Artistico o sartoriale, a tutte le ore e per tutte le occasioni quello di Giorgio Armani.
Stile rockettare da John Richmond che si diverte a dissacrare il vestito grigio della tradizione, completo di fazzoletto nel taschino, con i pantaloni sotto il ginocchio ed il calzino a vista!
Da Calvin Klein sono aderenti i pantaloncini da ciclista con canottiera a vista e camicia a cardigan con scollo profondo, indossata a pelle o su un’altra più tradizionale.
E poi le tute: di tutti i materiali anche se il nylon la fa da padrone, protagonista assoluto in diversi colori.
Per gli intellettuali c’è il bomber proposto da b>Hoogan ispirato al grande scrittore americano Jack Kerouac. Moda per lui ma anche per lei nella collezione Rebecca Brown disegnata da Romeo Gigli che della donna ha una visione certamente poetica: ragnatela di tulle e cachemire, cotone impalpabile e seta fluttuante come le forme. Il tutto non nell’ambientazione di una sfilata ma in una storica galleria d’arte.
Come a dire che anche l’abito può esprimere una qualche forma di cultura e, del resto, non è proprio così?
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