Jerome Salinger oggi ha più di ottant’anni, si è ritirato a vivere nei boschi, solo, e nessuno lo convincerà mai, probabilmente, a concedere i diritti per la realizzazione di piece teatrali o film dalle sue opere. Sono anni che ci provano da Hollywood e Broadway, ma l’anziano scrittore dal suo eremo sconosciuto rifiuta tutti. Peccato perché, l’esempio è ideale, Franny e Zooey sarebbe perfetto. E’ un testo teatrale già compiuto, è un film, o magari un cortometraggio, già delineato.
Tre atti semplici, poca azione, ma la capacità di evocare pensieri e sfumature dell’essere con una precisione fuori dal comune. Questo è Salinger, intrattabile sensibilità che ha calato nella letteratura le figure di Franny e Zooey: delicati personaggi mossi da una vita propria, che l’autore si limita a osservare, evidenziando del loro agire ogni moto di (in)sofferenza, genialità e originalità. Ogni loro gesto o parola è denso, e sembra pregiudicare un’esistenza scorrevole e felice.
Franny ha vent’anni, ed è l’ultimogenita della famiglia Glass. Nomen omen: glass significa vetro. Franny, come vanta il suo mediocre compagno Lane, fa un’ottima figura in società: è bella e colta. Dell’incipiente crisi religiosa di Franny a Lane interessa poco, né riesce a ricollegarla ai malori della ragazza. Per parte sua Franny mangia poco e studia la vita dei pellegrini, sperando che riempiano il suo personale vuoto.
Zooey ha venticinque anni ed è il fratello Glass nato prima di Franny. Loro sono gli ultimi due di sette: gli unici ancora abbastanza giovani da vivere in famiglia, gli unici dotati di una bellezza esteriore, che sembra non avergli giovato particolarmente. La popolare trasmissione radiofonica “Ecco un bambino eccezionale” aveva ospitato da piccoli tutti e sette i fratelli Glass, a intervalli irregolari, facendone dei piccoli divi. Ma al momento della storia Seymour e Walt sono morti, Buddy è uno scrittore tormentato, Waker un prete e Boo Boo si trova all’estero col marito. Restano la fragile studentessa Franny e lo scostante Zooey, attore e beniamino della prima serata televisiva americana.
Questa diventerà la storia dell’impacciato tentativo di Zooey di dare una scossa alla sua sorellina. Non c’è possibilità di comunicazione normale tra i due fratelli, abituati a pensieri e linguaggi iperuranici e, per di più, costretti a circumnavigare la madre, grossolana e ubiqua interferenza di casa Glass. “Siamo noi, siamo degli anormali, ecco cosa siamo” è l’esordio maldestro ma significativo di Zooey, di fronte alla sorella sprofondata nel divano. Il malessere di Franny è più interiore, quello di Zooey è più esibito, ma provengono dalla stessa matrice.
Salinger evoca un mondo di egocentrismo e superficialità, dentro il quale è difficile muoversi per chiunque, tanto più per i Glass, alla ricerca di una loro contorta autenticità. ù
A Zooey e Franny, così come era per Seymour e Buddy e, altrove, per Il giovane Holden, è impossibile tacere la verità, su se stessi e sugli altri. A tutti loro è negato di trattenere dentro di sé il conato di disgusto, e a volte di sfida, per ciò che vedono in se stessi e nella società che li reclama. Quasi una malattia, con cui è difficile convivere. Perchè a Zooey è richiesto di essere l’acclamato attore di insulse fiction tv, a Franny di confermarsi la ragazza bella e interessante che piace ad amici e fidanzati, e a ogni altra irrequietezza giovanile di addomesticarsi e banalizzarsi. Giovani cresciuti in modo speciale, predestinati non si sa a cosa, che ora faticano ad adattarsi al mondo esterno.
In un certo modo anche a Salinger è stato richiesto di scrivere e scrivere, di continuare a essere parte dello star system letterario americano. La sua scelta è stata di ritirarsi in un paesino del New Hampshire, ormai dal 1953. Dopo il 1965 non ha più pubblicato nulla e si è fatto inavvicinabile. Franny, Zooey, Holden e Jerome si sono già concessi abbastanza.
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