Le magnolie sono davvero tantissime, ma per me, come per il Piccolo Principe con la sua rosa, ne esiste soltanto una: quella del mio giardino. E’ una Magnolia grandiflora che da quando ho memoria ha sempre avuto un aspetto cencioso e triste. Spero per lei che non sia sempre stata così! la grande nevicata del ’85 non l’ha aiutata: la poveretta si è spezzata a due terzi della sua altezza, ha rischiato persino di crepare, e da quel giorno ha assunto un aria miserabile che in questi 22 anni non è riuscita minimamente a ingentilire.
Chissà, forse prima di quello infausto giorno era la più bella magnolia di Milano… adesso però è proprio brutta: spelacchiata, dal colorito poco sano, storta da allarmare i passanti, contorta e disordinata come fosse stata dipinta da un pittore nevrotico. Chissà quanti anni avrà? Non mi è mai riuscito di capirlo. Non credo sia precedente alla seconda guerra mondiale: con tutta la roba che gli Alleati hanno scaricato in quei giorni sul centro di Milano sarebbe senz’altro caduta. Quindi credo abbia una cinquantina d’anni.
Oltre che essere brutta come la fame ha molti altri difetti: in questo periodo dell’anno ricopre il prato sottostante, già stentato per i fattacci suoi, con una spessa coltre di foglie. E dovreste vederle le dannate fogliacce: sono grosse come bistecche e coriacee come piastrelle. Se il compito di farle fuori fosse lasciato a tutta la catena di decompositori, che la maestra ci ha così appassionatamente illustrato alle medie, i poveri animaletti ci metterebbero secoli e a quel punto addio prato.
Certo l’idea di un giardino naturalmente lastricato con elegante disinvoltura da foglie di magnolia non è male, tuttavia ai più non piace, ed è per questo che lo sport di mio nonno è diventato la caccia alla foglia: impugna un forcone a tridente, probabilmente più adatto alla caccia al cinghiale, e con aria meditabonda e risoluta inizia a passeggiare per il prato inforchettando le foglie cadute, zac zac zac , è incredibilmente preciso nella mira zac zac zac sembra un grizzly a caccia di salmoni nel letto del fiume Klondike… e con solo 8 o 9 ore di lavoro quotidiano il prato rimane pulito.
Insomma veramente una piaga questa magnolia: è brutta, ammazza il prato, forse un giorno ammazzerà anche me o mio nonno sganciandoci un ramo in testa… Eppure, come è strana la vita, è una delle piante a cui sono più affezionato: voglio davvero bene a quest’ albero storpio! …e se bisognerà segarla – come da un po’ di tempo si mormora - prima che assassini qualche cristiano sottostante, osserverò un periodo di lutto.
Ma vediamo di scoprire qualcosa di più sulle magnolie. Questo genere racchiude un’ottantina di specie parte delle quali di origine asiatiche, tra queste la M. liliflora la M. stellata e la M. soulangeana, e altra parte di origine americana come la M. grandiflora ( quella sopraccitata del mio giardino ) o la M. virginiana. Quest’ultima fu la prima magnolia in assoluto a essere importata in Europa.
Le varie specie possono essere molto diverse tra loro: si va dal piccolo arbusto al maestoso albero. Quindi non faticherete a trovare una specie adatta alle vostre esigenze e allo spazio in cui destinarla. E ne varrà veramente la pena, soprattutto se opterete per quelle specie nelle quali la bellezza risiede soprattutto nella fioritura e nel fatto che questa avvenga quando la pianta è ancora priva di foglie: un bellissimo spettacolo! Se poi raggrupperete varietà diverse in un unico drappello, al momento della fioritura, vi garantirete un colpo d’occhio eccezionale.
Ah dimenticavo: le magnolie hanno anche un profumo straordinario. Per alcuni è la loro qualità più importante, sinceramente per me no: nel caso di questa pianta trovo la fioritura assai più di rilievo della seppur straordinaria fragranza. E poi attenzione, non tutte le specie del genere magnolia sono profumate con la stessa intensità.
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