L'UOMO DELL'ANNO
TITOLO ORIGINALE: Man of the year REGIA: Berry Levinson CON: Robin Williams, Christopher Walken, Laura Linney, Jeff GoldbluM USA 2007 DURATA: 115΄ GENERE: Commedia VOTO: 6 DATA DI USCITA: 11 Maggio 2007
di Georgia Andreoli
Stati Uniti d’America, oggi. Un famoso anchorman della televisione americana, Tom Dobbs (interpretato da R. Williams) viene spronato dai suoi fans a candidarsi alla presidenza degli U.S.A.
Vince inaspettatamente le elezioni, per poi scoprire che vi è stato un errore nel sistema di conteggio dei voti. A metterlo al corrente è Eleonor (Laura Linney) colei che ha inventato proprio quel sistema di conteggio e della quale Tom Dobbs si innamora perdutamente. Mentre la ditta produttrice del sistema cerca di screditare Eleonor per evitare uno scandalo e un immanente crollo delle azioni aziendali,Tom Dobbs rivela pubblicamente l’errore rinunciando alla carica presidenziale e ritorna a condurre programmi di satira televisiva.

Berry Levinson torna a parlare di politica, come nel film “Sesso e Potere” diretto alla fine degli anni ’90.
“Man of the year” più che un film sembra un back -stage della vita di un anchorman: Tom Dobbs, interpretato da un bravissimo Robbin Williams.
La comicità e l’espressività innata di R.Williams sono la struttura portante del film, senza un attore di tale calibro sarebbe stato un vero flop.Peccato per il ruolo poco convincente assegnato a Christopher Walken che viene oscurato facilmente durante tutto il film.

R. Williams ci offre pungenti frasi che attaccano il sistema governativo americano, pronunciate e scritte proprio come se si rivolgesse al pubblico di un programma di satira, adatte per sottolineare la spettacolarizzazione dell’evento mediatico delle elezioni presidenziali e le tattiche ben studiate a tavolino che contraddistinguono la campagna elettorale.
Si perde decisamente nella seconda parte, ricca di intreccio narrativo ma mediocremente realizzata a livello stilistico.

Anche la storia d’amore che nasce tra Eleonor (Laura Linney), la donna che scopre l’errore di sistema e Tom Dobbs, è di scarso registro emotivo e stilistico.Ugualmente le sequenze dell’inseguimento di Eleonor da parte di persone assoldate dalla società in cui la donna lavorava, non fanno onore alla bravura registica che solitamente contraddistingue Berry Levinson; sembrano piuttosto riconducibili ad un thriller di bassa categoria.


Di particolare interesse e ben riuscito è il tema della potenza che oggi ricopre il medium televisivo e l’importanza del linguaggio e della comunicazione, capace di attirare le folle e di plagiare il pubblico fino a spingerlo a votare un semplice anchorman come Presidente degli U.S.A..

Purtroppo poco convincente la denuncia alla società americana e alla vacuità della politica presidenziale.
Nel finale Tom Dobbs, con un discorso pronunciato in diretta durante un talk show televisivo, rivela l’errore di sistema che lo ha portato alla vittoria; consapevole che a nessuno sarebbe convenuto invalidare le elezioni, rinuncia spontaneamente alla Casa Bianca per un profonda integrità morale.
Potrebbe un uomo rinunciare alla presidenza di uno stato, in questo caso degli Stati Uniti d’America, per un senso di giustizia e lealtà? Potrebbe accadere davvero?...non credo...


(29/05/2007)