OGGI IN TERRAZZO HO TROVATO UNA BELLA SORPRESA
Nome scientifico: Althaea rosea Nome comune: Malvone, malvarosa, alcea Famiglia: Malvaceae Esposizione: Pieno sole Aspetto: Erbacea perenne Origine: Asia Epoca di fioritura: Tarda primavera
di Pietro Bruni
Oggi in terrazzo ho trovato una bella sorpresa: il primo fiore del malvone si è aperto. Bellissimo. Temevo fosse di un qualche colore stupido, tipo rosa pallido, e invece sono di un bel rosso carico, quasi impudico. Sia chiaro, niente in contrario contro il rosa: per esempio nei rododendri mi piace più il fiore rosa di quello rosso. Ma nel malvone il rosa proprio non mi soddisfa, trovo non gli si addica, e anche se è uno dei colori più diffusi per questa pianta lo trovo grossolano. D’altra parte alle idiosincrasie non si comanda.

Mi è piaciuto tanto il mio bel malvone rosso che addirittura gli dedico la puntata odierna dell’Orto botanico.

Il vero nome di questa pianta è Althaea rosea ( e visto il nome che si ritrova forse la mia campagna contro le varietà a fiore rosa è un po’ difficile da portare avanti, ma tant’è…) in Italia però è conosciuta come malvone, malvarosa o alcea. In Inghilterra invece è chiamata Hollyhock, chiara l’etimologia: holly, agrifoglio in inglese – e certo! Chi è lo zotico che non conosce l’ assurda somiglianza tra l’agrifoglio e il malvone? Chi mi chiedo! - e hock, naturalmente abbreviazione di hockey, sport a cui erano dediti Re Artù e la sua cosca di cavalieri, e che cosa usavano per mazza? Il malvone of course! Poi però quando Lancilotto ha sedotto Ginevra, Re Artù si è stufato dell’hockey e ha inventato il bowling. Con per palla la testa di Lancilotto.
(P.S.: non ho la più pallida idea del perché gli inglesi chiamino hollyhock l’Althaea, anzi, a chi me lo dice, promesso, spedisco a mie spese 10 semi del mio malvone che oggi battezzerò Corallinum.)

Nei vivai italiani l’Althaea non si trova facilmente (e te pareva!) più facile imbattersi nei semi ma cercando cercando si può trovare anche qualche pianta. Il mio malvone rosso è il superstite di una busta di semi che mi sono portato dietro dall’Inghilterra: chic no? L’ho piantato la primavera del 2005 e adesso è una belva alta quasi tre metri. L’anno scorso di questi tempi era senza fiori, bassa e tozza: evidentemente aveva incanalato tutta la sua forza nelle radici oppure si stava semplicemente riposando in previsione dello sforzo futuro. Fino a febbraio infatti è rimasta una nana dall’aspetto volgare e infelice, poi tra marzo e aprile è cresciuta di 2 metri: 3 cm al giorno! Mica male… E per quasi tutta la sua altezza è piena di fiori.

Il brutto di questa pianta restano senza dubbio le foglie: tonde come ninfee, cicciose come lattuga e pelose come cinghiali. Anche i gambi con le loro setolazze hanno qualcosa di animalesco: sembrano un po’ una zampa rugosa di uno struzzo. Ma i fiori compensano ampiamente queste riprovevoli caratteristiche: si formano per quasi tutto il gambo e quando sono aperti, nel loro insieme, danno alla pianta un aspetto di fiamma che si slancia verso l’alto. Quando sono usate in più di un esemplare, come spesso fanno in Inghilterra, danno il loro meglio: un ammasso di guglie e pinnacoli che colorati si gettano verso il cielo. Un colpo d’occhio da brividi! Splendide anche quando sono usate come sfondo per un mixed border.

L’Althaea è una pianta che si può coltivare in tutta Italia, sia in giardino che in terrazzo, non teme il freddo e dunque la consiglio di tutto cuore! Non è una pianta raffinata: ha più un sapore di campagna, di orto, di sole sulla testa, di odore di fieno, di grandi alberi e di vecchi muri.
Niente a che vedere quindi con la nostra civiltà piena di ottuso high-tech, di luce da lampadina, di minimal, di fashion e di design. E per me, anche solo quest’ultimo motivo sarebbe sufficiente per volerne una.


(25/05/2007)