NOI, MAMME DI OGGI
Sul piano razionale e pratico è sempre più difficile addirittura "pensare" di avere una famiglia, ma nel nostro intimo siamo pronte a qualsiasi sfida...
di Janet De Nardis
Nascere, crescere e morire: sinteticamente è così che trascorre l’esistenza di un individuo, eppure durante questo percorso naturale della nostra vita, ognuno di noi cerca di trovare un “senso” alla propria esistenza, un motivo o un fine per cui valga la pena soffrire, gioire, lottare o semplicemente vivere.

E’ in questo modo che nasce l’intenso desiderio di lasciare un segno, di fare qualcosa di straordinario e unico per essere ricordati. Mi chiedo chi, leggendo un romanzo particolarmente interessante o ascoltando una musica straordinariamente bella, non abbia detto: “avrei voluto farlo io”!
Questa frase non riguarda la banale volontà di essere apprezzati, ma spesso sottende il primordiale desiderio di essere ricordati anche “oltre la vita”.

Anch’io spesso mi scopro alla ricerca del mio posto nel mondo, della strada giusta verso la felicità, la serenità. Soprattutto cerco di costruire qualcosa, non voglio che il tempo passi invano. Tra poco avrò trent’anni e sono consapevole che, nonostante mi senta la liceale di ieri, il tempo corre via silenzioso. Sento che il mio corpo è pronto, o meglio da adesso in poi può esserci solo un peggioramento (almeno biologicamente parlando!).

Nonostante i molti cambiamenti della società nell’ultimo ventennio, la mia generazione conserva ancora il valore della famiglia e ne riconosce l’importanza fondamentale.
Con lo scorrere degli anni le donne maturano la consapevolezza che essere donna vuol dire poter dare la Vita. E` una “scoperta” che fa riflettere su quel “senso” di cui si è alla ricerca!

Probabilmente l’affanno che ci accompagna nella nostra estenuante corsa, potrebbe placarsi semplicemente attraverso la riproduzione. In fondo, come tutti gli animali, veniamo concepiti come macchine perfette per ricreare la vita attraverso l’amore tra due persone. L’amore che in natura è predisposto per nascere grazie ad una serie di reazioni chimiche ( “Ti amerò per sempre” di Piero Angela).

Forse l’unico grande segno che si può lasciare su questo pianeta è fare dei figli proprio come i nostri genitori e prima ancora i nostri nonni, fino a risalire alla nascita del primo embrione!
Nonostante la constatazione di queste verità, creare una famiglia, spaventa i giovani di oggi.

Non si tratta solo del timore che il rapporto d’amore su cui si basa l’idea di famiglia possa finire (anche se costituisce un enorme deterrente), bensì la constatazione che la nostra società non dà agevolazione né aiuti a chi ha figli. Quando ero bambina, si viveva a casa con i nonni o comunque nelle vicinanze della famiglia di origine e tutti, compresi zii e cugini, cooperavano alla crescita di un bambino. Oggi che i genitori lavorano entrambi, un pò per l’evoluzione dei costumi e un pò per necessità, non c’è nessuno che si occupi dei più piccoli.
I nuovi arrivati si ritrovano a crescere tra asili e baby sitter, perdendo quel mondo meraviglioso che era “la famiglia”.

Inoltre le donne sono penalizzate nella loro carriera in quanto tali. La maternità è considerata un male da estirpare dalle aziende. Non esiste nessuna agevolazione per i neo genitori, ormai anche le vacanze e gli spostamenti in treni, aerei e navi hanno un costo irragionevole per un esserino che consuma davvero poco.
Infine le continue ingiustizie e lotte per i propri diritti, le nevrosi di cui cadiamo vittime, non lasciano spazio ad ulteriori preoccupazioni.

Così i trentenni di oggi che vogliono fare carriera, che vogliono avere la giacca firmata e fare le vacanze due volte l’anno, i giovani che sono consapevoli di non avere alle spalle qualcuno che lascerà loro case o altre eredità (oggi si ereditano debiti) e che sanno di non potere garantire il benessere di nessuno, rimandano continuamente il momento per “metter su famiglia”!

Abbiamo dimenticato cosa ci ha reso felici da bambini, non sappiamo più cosa vuol dire la gioia di darsi a qualcuno. L’unico grande “segno” che saremmo in grado di lasciare su questo mondo, non cerchiamo neanche di immaginarlo. Forse siamo solo troppo egoisti e immaturi? Forse invece è un immenso senso di responsabilità? Chissà! Io credo ancora nella famiglia e penso che per crederci davvero sia necessario costruirne, con immenso amore, una tutta mia.


(11/05/2007)